Puntare su una gestione integrata e coordinata di tutti gli elementi che concorrono a determinare l’appeal turistico della “destinazione Sicilia” (attrazioni, accesso, marketing, risorse umane, immagine e prezzi), destagionalizzare l’offerta, valorizzare le professionalità dei giovani siciliani come attori della filiera turistica, sono queste le prime priorità cui si dovrebbe puntare per uno sviluppo incisivo della politica turistica regionale. La terra di Sicilia, non dimentichiamo che siamo in un’Isola, è una destinazione ambita che gode di un forte attrattiva turistica la cui millenaria storia, i miti, la sua stessa insularità, la dimensione umana e antropologica delle comunità che si esplicitano nell’accoglienza, ospitalità e orientamento, contribuiscono a costruire una rappresentazione che la rende meta desiderata dai turisti e visitatori di tutto il mondo.
TURISMO IN CRESCITA. Il vasto e ampio patrimonio culturale, archeologico, religioso, gastronomico, paesaggistico e naturalistico e la ricchezza rendono senza dubbio all’Isola di Sicilia una posizione da leader nel mercato turistico globale. A tal proposito i dati statistici dell’Osservatorio Turistico Regionale presentano un forte andamento delle presenze turistiche che «nei primi sei mesi del 2017 si registrano in 2,2 milioni di arrivi, con un +19% rispetto allo scorso anno, e quasi 6,6 milioni di presenze, ovvero un +14,6% sullo stesso periodo dell’anno scorso. Lo conferma anche il “Rapporto sul turismo 2017”, curato da UniCredit e Touring Club Italiano, che pone la Sicilia al nono posto fra le regioni italiane per presenze turistiche con oltre 14,5 milioni di presenze». Questo grazie ai 7 “gioielli” di cui la regione risulta essere la più ricca di beni Unesco della penisola. Occorre che le azioni di marketing e di pianificazione degli interventi di sviluppo nel settore turistico concorrano all’elaborazione di una strategia che rafforzi l’immagine turistica dei singoli territori e migliori le performance dell’offerta integrata, diversificata e destagionalizzata. Progettazione, programmazione e pianificazione in buona sostanza, sono le leve su cui l’offerta turistica integrata della regione trova pieno compimento nei territori siciliani.
LE DMO. Il documento sulle “linee strategiche e di indirizzo politico per la programmazione dello sviluppo della Sicilia 2014-2020”, individua un modello di governance, proposto dalla programmazione europea, la Destination management organization (Dmo) in grado di generare processi e percorsi territoriali condivisi e sinergici in favore della riscoperta tra l’altro, dell’ identità culturale, del benessere economico, la coesione sociale. Una riflessione si impone. In questi anni è stato indebolito il livello provinciale a tutto vantaggio di una enorme parcellizzazione e frammentazione. La scelta di puntare sui distretti è stata poco accorta, perché spesso riunivano territori molto disomogenei. Inoltre, in occasione di ogni ciclo di programmazione, sono sorti una miriade di nuovi organismi destinati a sopravvivere per il breve periodo in cui erano destinatari di finanziamenti, salvo poi cessare ed essere sostituiti da nuovi soggetti. La scelta di mirare sulle Destination management organization consente anzitutto di riconsegnare ai luoghi la gestione responsabile del territorio da parte degli operatori perché i turisti ed i viaggiatori, scelgono sempre più di visitare, conoscere e pernottare nei luoghi meno conosciuti, meno accessibili, lontano dalle grandi città turistiche. Ed in secondo luogo perché le Dmo possono diventare occasioni per far ripartire in maniera chiara ed inequivocabile con compiti (oggi in parte sovrapposti) di indirizzo, programmazione, coordinamento e vigilanza nei territori.
PIANIFICAZIONE TURISTICA. Infine le Dmo consentono di pianificare le azioni turistiche. La pianificazione turistica non deve coinvolgere solo amministratori locali ed operatori del settore, ma tutti gli abitanti di una comunità allargata a rete che non devono “subire” il turismo, ma farne parte con un apporto attivo e proficuo. Si giunge così alla conclusione che lo sviluppo locale dei territori non parte dal potenziamento del turismo, ma giunge a questo attraverso un processo partecipato ed integrato di valorizzazione delle risorse umane e territoriali. Maggiore sarà quindi la qualità di vita delle comunità locali, con un crescente sentimento di attaccamento al territorio, maggiore sarà la qualità del servizio turistico offerto in termini di esperienza condivisa. Abbiamo, però, bisogno di un turismo fatto di operatori che conoscano bene il settore, siano competenti decisi e meno empatici nelle decisioni, sappiano posizionarsi competitivamente nei mercati esteri e sappiano gestire strategicamente le aree specifiche lavorative. Evitando per quanto possibile, di costruire i processi di sistemi locali turistici nelle sale alberghiere anziché nelle opportune sedi ad esse deputate. Sussistono esempi di buone pratiche che sono diventati modelli diffusi di sinergia tra pubblico e privato, le cui competenze e le professionalità dei giovani siciliani nel settore di del turismo e dei beni culturali sono eccellenze veramente magnifiche e di alto spessore culturale. Occorre che la politica, quella delle decisioni, si accorgesse un po’ di più di loro.