C’è la “Zottarella” prodotta in Germania, la “Salsa Pomarola” venduta in Argentina, il “Pompeian Oil” realizzato negli Stati Uniti e gli “Spagheroni” prodotti in Olanda nel paniere del falso Made in Italy. L’eccellenza e la genuinità dei prodotti italiani non bastano ad arrestare il fenomeno delle contraffazioni e delle imitazioni che sta aumentando proprio con l’invasione del mercato globale. Tra bufale e falsi d’autore, la ferita economica e imprenditoriale inferta al brand tricolore in materia di prodotti alimentari ammonta a circa 60 miliardi e 300 mila posti di lavoro.
PARMISAN, CHEESE AND WINE. In testa alla classifica, secondo la Coldiretti, dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a partire dal parmigiano reggiano e grana padano, ma anche la mozzarella, il provolone, il gorgonzola, il pecorino romano. Seguono a ruota i salumi più prestigiosi delle nostre tavole, dal San Daniele alla mortadella. Una lunga lista di prodotti contraffatti che possiamo trovare nei supermercati di tutto il mondo: olio extra vergine di oliva, vini, conserve, pasta, dolciumi. Se gli Stati Uniti sono i leader della falsificazione, le imitazioni dei prodotti alimentari italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo. Una tendenza che è degenerata in alcuni Paesi dove sono stati messi addirittura sul mercato “magic box” per la produzione casalinga di formaggi, vini e salumi italiani. All’estero, trovare un prodotto Made in Italy è sempre più difficile, almeno 6 su 10 di quelli in vendita all’estero sono imitazioni.
ITALIAN SOUNDING. Oltre alla contraffazione, un altro fenomeno che danneggia enormemente la nostra economia agroalimentare è quello dell’Italian Sounding, ovvero la produzione di prodotti che alludono alle tipicità del Belpaese senza tuttavia possederne le caratteristiche in termini di qualità e proprietà organolettiche. Così agli spaghetti in Belgio aggiungono il termine “napoletani” per qualificare maggiormente il prodotto, nei Paesi Bassi diventano Spagheroni e in Corea addirittura Chapagetti. La mozzarella, uno dei prodotti più imitati, diventa Mozzarella Italia in Ungheria, Zottarella in Germania, Una grande Mozzarella in Russia e Mozzarella di Murrah bufala in Thailandia.
PREGIUDIZI A TAVOLA. E poi ci sono quei prodotti che richiamano il fenomeno della mafia donneggiando non solo l’economia ma anche l’immagine del nostro Paese. Prodotti agroalimentari, venduti in Europa e nel mondo, con etichette che ricordano episodi, personaggi e forme di criminalità organizzata, sfruttate per fare business a danno del vero Made in Italy. Dal Fernet mafiosi alle Spezie Palermo mafia shooting, il “marchio mafia” è largamente diffuso sulle tavole di tutto il mondo.