Diventerà stagionale e azzererà intanto tutto il personale dipendente l’Hotel San Domenico Palace di Taormina, uno dei simboli del turismo siciliano, nel 2016 acquistato dall’immobiliarista casertano Giuseppe Statuto. La proprietà dell’Hotel San Domenico ha annunciato, infatti, in una nota un “piano di licenziamento collettivo dell’intera forza lavoro aziendale” e la trasformazione del periodo di apertura dell’hotel “da annuale a stagionale”. Queste le decisioni del Gruppo Statuto, e nello specifico della Taormina Hotel Management Srl, sul futuro della storica e lussuosa struttura ricettiva, che si appresta ad essere sottoposta ad interventi di ristrutturazione e ammodernamento e, come reso noto dalla proprietà stessa, rimarrà chiuso per almeno un anno. Nel frattempo, mentre si attendono i pareri mancanti che occorrono per l’avvio delle opere, scatteranno i licenziamenti. La proprietà ha ufficializzato le proprie decisioni in una nota inviata ai sindacati, alla Regione, all’Ispettorato del Lavoro di ed al Centro Impiego di Messina.
UNA STORIA DI GRANDE PRESTIGIO. La vicenda del San Domenico infligge un duro colpo al turismo della capitale del turismo siciliano. Il convento dei domenicani, oggi San Domenico Palace Hotel è uno degli alberghi più famosi d’Italia. Fu il primo palazzo-castello sorto in città (costruzione avviata nel 1374 e completata nel 1383) e il terzo monastero a nascere a Taormina. La sua origine e la sua storia sono legate al frate domenicano Damiano Rosso, discendente degli Altavilla e Principe di Cerami. Questi, divenuto frate, donò tutti i suoi beni, compreso il palazzo poi trasformato in convento, all’ordine religioso dei domenicani. In seguito, passò al Comune di Taormina che lo vendette ai principi di Cerami, eredi di Damiano Rosso. Questi ultimi, nel 1896, lo trasformarono in albergo. Rimase aperta al culto solo la chiesa dell’ex convento, distrutta dai bombardamenti del 9 luglio 1943 e oggi adibita a sala congressi. Il San Domenico Palace Hotel, perla del lusso alberghiero taorminese, al momento dispone di 105 camere, di cui 15 suites. Qui hanno soggiornato, tra gli altri, Re Edoardo di Inghilterra, Guglielmo Marconi, Luigi Pirandello, Thomas Mann, Richard Strauss, Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e Michelangelo Antonioni.
L’ASTA VINTA DA STATUTO. Nel 2016, quando l’hotel stava per essere acquistato all’asta da Hamad bin Jassim Al-Thani della famiglia reale del Qatar, riuscì invece ad assicurarsi la proprietà dell’albergo Giuseppe Statuto, l’imprenditore nativo di Casaluce che ha poi costruito le sue fortune tra Roma e Milano. Lo sceicco aveva offerto 52,3 milioni ma Statuto lo ha allora beffato rilanciando in extremis con 200 mila euro di più, 52,50 mln. Il San Domenico era finito all’asta nell’ambito della vendita degli alberghi siciliani del gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone.
STOP ALL’APERTURA ANNUALE. Statuto, in attesa di avviare il maquillage del San Domenico, ha valutato «la diseconomicità a mantenere un’apertura annuale della propria struttura alberghiera» e ha così richiamato «la necessità, una volta ultimati i lavori di ristrutturazione, di mutare il periodo di apertura dell’hotel da annuale a stagionale. Ciò a ragione della ricordata diseconomicità determinata dal perdurare delle incertezze di mercato e dell’evidente e generalizzata stagionalità del flusso ricettivo turistico nel Comune di Taormina». Da qui la cessazione di tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e una prospettiva, quella del ridimensionamento del periodo di attività alberghiero, che adesso preoccupa gli operatori turistici. Non soltanto quelli della località ionica.