All’alba dell’antivigilia di Natale neanche una luminaria accesa sull’abete rosso di piazza Venezia. Triste presagio di una suo possibile rimozione? Intanto, “Spelacchio”, questo il suo nome per via del suo aspetto un po’ consunto, è ormai diventato il simbolo del Natale italiano. Sarà anche un po’ sfortunato, ma ha pur sempre fatto il giro del mondo: ritratto e raccontato dal Guardian, da Russia Today, dallo Spiegel, dalla Ghana News Agency, dalla BBC e dal New York Times. Le sue foto, tra ironia e indignazione, hanno fatto il giro del mondo portando milioni di turisti a fare un selfie con l’abete venuto dalla Val di Fiemme e deceduto sulle sponde del Tevere. E poi c’è chi ha voluto lasciare un messaggio di cordoglio accanto alla salma: “Riposa in pace” e “Goodbye little prince”.
ABETE SEQUESTRATO NEL MESSINESE. Altrettanto sfortunato l’albero di Natale di Galati Mamertino, in provincia di Messina, finito sotto sequestro cautelativo a poche ore dalla cerimonia indetta per addobbarlo, in presenza dei bambini delle scuole. Il motivo? Il provvedimento dei Carabinieri è arrivato in attesa di accertare il contenuto di un esposto presentato da un privato, il quale sostiene che l’albero sia stato prelevato da un suo terreno senza autorizzazione, mentre l’amministrazione comunale rivendica la proprietà della particella catastale in cui si trovava l’abete.
ALBERO DA RECORD A GUBBIO. Ma l’Italia è anche il Paese che detiene il primato dell’albero di Natale più grande del mondo. Con la sua base di 400 metri e l’altezza di 700 l’albero luminoso di Gubbio, accesso quest’anno dallo spazio dall’astronauta Paolo Nespoli, è l’abete non solo più grande d’Italia ma del mondo intero. Sulla sua cima si trova una stella cometa di 1000 metri quadrati, 300 sono i punti luminosi che delineano la sua sagoma e altrettante le luci multicolore all’interno. Oltre 8.000 i metri di cavo elettrico per collegare tutte le luci e quasi 2.000 le ore di lavoro necessarie per montare e smontare l’albero. Il tutto realizzato da un gruppo di oltre 50 volontari che ogni anno si mettono in gioco per stupire adulti e bambini, e per colorare e illuminare in modo davvero sorprendente le feste natalizie di Gubbio.
L’ABETE RUBATO E RITROVATO A NAPOLI. L’Italia è anche Paese dei “miracoli”. Un albero di Natale è stato montato, rubato e ritrovato in poco più di ventiquattro ore. È successo a Napoli. Qualcuno lo ha segato e lo ha portato via dalla Galleria Umberto facendo scomparire anche gli addobbi. I carabinieri lo hanno poi ritrovato abbandonato a terra in un vicoletto poco distante. Sul ceppo rimasto al centro della Galleria cittadini e commercianti avevano attaccato bigliettini di sdegno e rabbia, disegnando sul tronco stesso un cuore con la scritta: “Non molliamo”. Ma è tutto bene quel che finisce bene.
L’ALBERO PIANTATO NEL CEMENTO A GALLIPOLI. La tradizione dell’albero di Natale si sa è fortemente radicata nel nostro Paese, ma a Gallipoli è addirittura cementificata. L’allestimento dell’albero di Natale è stato letteralmente piantato nel cemento all’interno di una tinozza nel cuore del centro storico. L’iniziativa è stata di alcuni volontari e giovani residenti che per dare sostegno alle iniziative del comune hanno deciso di allestire e addobbare un ramo di pino donato loro da un privato. Iniziativa lodevole nelle intenzioni, ma purtroppo eseguita in maniera a dir poco discutibile visto che per sistemare l’albero di Natale si è optato per una visibile colata di cemento che ha scatenato non poche polemiche soprattutto sui social network.
L’ABETE NEL POSTO DEI DISABILI AD ASSISI. E poi c’è l’abete “parcheggiato” nel posto dei disabili. È successo ad Assisi ed è diventato subito un caso su facebook. A denunciare l’accaduto il blogger Iacopo Melio, disabile e da sempre attento ai temi sociali, raccogliendo la segnalazione di un tecnico ortopedico in città per un convegno. Ma l’amministrazione risponde a colpi di post chiarendo che vi sono altri due posti riservati ai disabili a distanza ridotta ed ha provveduto ad installare una segnaletica temporanea.