Se il carbone in fondo alla calza rossa e bianca appesa sulla sommità del camino vi sembra una stonatura rispetto al clima allegro e bonario del natale, evidentemente non avete mai sentito parlare del Krampus. L’antieroe con le corna sul capo e gli zoccoli al posto dei piedi che si contrappone alla figura pingue ed amichevole, quasi paterna, di Babbo Natale.
UNA LEGENDA CRISTIANA. Nonostante di primo acchito quella del Krampus possa passare per una leggenda legata a tradizioni pagane, come quella celtica, essa affonda le sue radici, al contrario, nella mitologia cristiana. Si racconta che tantissimi anni fa, durante i periodi di feroce carestia, in alto, nei villaggi sulle montagne, alcuni giovani si travestissero con corna e pelli di capra per spaventare e derubare allevatori e coltivatori che avessero avuto la sfortuna di incrociarne la strada. Accade così che il diavolo in persona approfittasse delle circostanze per mescolarsi ad essi e partecipare alle razzie perpetrate da costoro. Le ruberie andarono avanti finché qualcuno dei ragazzi si accorse che tra loro si era infiltrato quell’essere mostruoso, il demonio in persona che venne ribattezzato “Krampus”, riconoscibile dalle zampe caprine che non potevano in alcun modo far parte di un travestimento, per quanto ben riuscito. Nel disperato tentativo di salvarsi dall’influenza satanica che minacciava di imprigionarli tutti, i giovani razziatori si rivolsero al vescovo San Nicolò affinché esorcizzasse il diavolo rigettandolo nell’inferno che lo aveva partorito. Cosa che il santo riuscì a compiere liberandoli dalla maledizione. Da quando furono salvati, i giovani sfilarono per i villaggi che avevano un tempo razziato con alla testa San Nicolò per punire i bambini che si erano comportati malamente e regalare dolci a quelli che avevano osservato una buona condotta. Usanza, questa, che con alcune modificazioni nel corso dei secoli è riuscita a conservarsi fino ai giorni nostri, alimentando la tradizione. Il krampus rappresenta dunque il lato oscuro del natale, una storia capace di spaventare ancora i più piccini sottraendoli a quel mondo dorato fatto di regali e momenti intimi spesi insieme alle persone più care che costituisce l’aspetto più noto di questa festa. Attraverso questa antica tradizione il natale si trasforma in un palcoscenico dove bene e male combattono la loro eterna battaglia in un’ottica manichea spesso tipica della tradizione cristiana.
IL KRAMPUS NEL XXI SEC. La tradizione legata al krampus viene generalmente rappresentata il 5 di dicembre quando, in molti paesi situati nelle valli del Trentino Alto Adige o del Friuli Venezia Giulia, ma anche in alcuni villaggi austriaci e tedeschi, si organizzano delle sfilate folkloristiche in cui i partecipanti si vestono da krampus coprendosi con pelli di capra, tingendosi i volti di scuro e armandosi di rami di betulle con alla guida un uomo travestito da San Nicolò. Quest’ultimo apostrofa il pubblico, in particolare i più giovani, interrogandoli sul loro recente comportamento e regalando dolci a chi dimostra di aver tenuto una condotta rispettosa ed educata e disponendo, al contrario, fustigazioni ad opera dei terribili krampus per coloro i quali si sono rivelati ragazzi pestiferi e cattivi. Il singolare corteo si snoda così attraverso le stradine dei paesi montani delle suddette regioni accompagnato dalle urla gutturali dei krampus e dagli sguardi timorosi ed incuriositi di turisti ed avventori accorsi per vivere questa antica tradizione. In alcuni paesini, come Vipiteno, vi sono addirittura delle regole ferree che stabiliscono chi può far parte del corteo dei krampus e chi no (i membri della comunità già sposati, ad esempio, non possono farne parte), a riprova di una ricorrenza estremamente sentita e che si è radicata nel DNA di tante piccole comunità che cercano di valorizzarla anche da un punto di vista turistico.