C’è chi la chiama carità, chi business. L’accoglienza dei migranti ha diviso e continuerà a dividere anche nel nuovo anno. Ed è già diventata il tema caldo della campagna elettorale. C’è chi parla di “invasione” e chi fa leva sui diritti umani da difendere. Ma nel dibattito sui migranti non sempre si è tenuto conto dei dati che dimostrano le reali dimensioni del problema. I migranti arrivati sulle nostre coste nel 2017 sono stati 119.310 secondo il report del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale aggiornato al 29 dicembre. Nel 2016, invece, il «popolo dei barconi» era stato di 180.380 individui. Il calo del 33,86% è dovuto, però, al secondo semestre del 2017: a partire da luglio gli sbarchi sono passati da 23 mila a 11 mila per poi scendere sotto i 4 mila al mese.
SBARCHI. Se gli arrivi sono in calo, di certo qualcosa non ha funzionato nel sistema dei ricollocamenti in Europa. Solo in 11.464 dopo l’Italia hanno raggiunto una destinazione europea. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno di questi 4.800 sono approdati in Germania, 1.200 in Svezia, 890 in Svizzera. Appena 4 i migranti accolti dall’Estonia, 17 dall’Austria, nessuno da Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria. Il resto è rimasto in Italia. Anche sul territorio nazionale la distribuzione dei migranti non è stata del tutto omogenea: la quota maggiore è andata alla Lombardia (14%) seguita da Lazio e Campania (9%) e via via tutte le altre regioni fino allo 0,2% della Valle d’Aosta. Per quanto riguarda le nazionalità, l’Africa la fa da padrona: la Nigeria è prima nazionalità con 18.153 arrivi, seguiti da Guinea 9.693 e Costa d’Avorio 9.504. Mentre si è arrestato il flusso degli arrivi da Siria e Iraq.
ITALIANI CON LA VALIGIA. Se da un lato ci sono flotte di migranti che attraversano il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste in cerca di un futuro migliore, tanti sono anche gli italiani che questo futuro lo costruiscono all’estero. Per motivi di studio, lavoro e opportunità sono stati 285.000 gli italiani che hanno fatto la valigia nel 2016, ma la previsione è che anche nell’anno che sta per concludersi la tendenza non si sia interrotta, tutt’altro. Il dato è fornito dal centro studi e ricerche Idos che parla di un ritorno ai livelli di emigrazione del dopoguerra quando erano poco meno di 300.000 l’anno le persone che lasciavo l’Italia. Il quadro che viene fuori, dunque, è che nel 2017 il flusso di italiani in uscita è stato di gran lunga maggiore di quello degli stranieri in entrata.