Interventi al setto nasale possono provocare la sindrome del naso vuoto. È una patologia poco conosciuta, ma la sua diffusione è in costante aumento. I paziente che riferiscono difficoltà respiratoria nasale da Sindrome del naso vuoto, determinato da distruzione di parte o di tutto il turbinato per pregressi interventi demolitivi ed arcaici, secchezza nasale, consequenziali sintomi rino-bronchiali per mancato funzionamento dei turbinati, ipoacusia ed episodi otitici recidivanti, oggi possono risolvere queste patologie sottoponendosi ad un banale prelievo venoso e a successiva ricostruzione delle parti danneggiate in pochissimi minuti, in maniera indolore e in anestesia locale.
LA CHIRURGIA RIGENERATIVA. La medicina e la chirurgia rigenerativa nel corso degli ultimi anni ha guadagnato consensi crescenti in svariate branche mediche e finalmente da qualche tempo questa chirurgia innovativa approda anche in otorinolaringoiatria. Fino a non molti mesi addietro per molte patologie otorinolaringoiatriche, come la Sindrome del Naso Vuoto o “Empty Nose Syndrome” determinata da eccessivo svuotamento delle cavità nasali per esiti demolitivi di pregressi interventi chirurgici tradizionali dei turbinati, perforazioni del setto nasale e riniti atrofiche, non vi erano soluzioni mediche o chirurgiche. Da qualche tempo risultati efficaci in rinologia e per il trattamento delle patologie descritte si sono ottenuti grazie alla modernissima chirurgia ricostruttiva mediante interventi riparativi a bassissima invasività e con rapido decorso postoperatorio.
IL TRATTAMENTO. Questa innovativa chirurgia si esegue utilizzando dei fattori di crescita, PRP-Plasma Ricco di Piastrine (Platelet-rich plasma o gel piastrinico), esistenti in un gel piastrinico in associazione ad acido ialuronico. La preparazione del PRP avviene utilizzando una provetta di raccolta del sangue venoso adeguata e specifica per l’attivazione delle piastrine. Si esegue un banale prelievo venoso e si trasferisce il sangue venoso in apposita provetta di raccolta per il PRP, successivamente la provetta verrà posta in centrifuga ad una velocità variabile tra il 3000 e 1500 giri al minuto, in relazione al tipo di ricostruzione che bisogna eseguire, per dieci minuti. Dopo dieci minuti si otterrà il PRP o in forma liquida o in forma di gel a seconda delle necessità riguardanti la patologia del paziente e si trasferirà mediante infiltrazione, sotto visione endoscopica, per la ricostruzione di turbinati danneggiati da precedenti interventi chirurgici o a livello delle pareti del setto nasale per il trattamento delle perforazioni settali. Con tale metodica è possibile inoltre eseguire ricostruzioni delle membrane timpaniche danneggiate e quindi perforate da pregressi eventi traumatici o da episodi otitici ricorrenti in maniera veloce ed in anestesia locale. Con l’ausilio dell’otomicroscopio elettronico di ultima generazione, dopo aver scarificato i margini di perforazione, si appone il gel piastrinico.