L’ultima volta di un film italiano in corsa per i premi Oscar è stato vent’anni fa. Il film era “La vita è bella” di Roberto Benigni. Finì come tutti ricordiamo: sette candidature e tre statuette portate a casa. Adesso tocca a Luca Guadagnino, e al suo “Chiamami col tuo nome”, tornare a far sperare nel cinema italiano. La pellicola ha ricevuto quattro nomination agli Oscar 2018: miglior film, migliore sceneggiatura non originale firmata dall’inglese James Ivory, migliore canzone originale (Mystery of love di Sufjan Stevens) e miglior attore protagonista con il ventiduenne Timothée Chalame. Un successo annunciato dal fiume di critiche positive che negli Stati Uniti ha inondato il film dalla sua prima apparizione a fine novembre. Ma per sapere come va a finire dobbiamo attendere fino al 4 marzo quando al Dolby Theatre di Los Angeles saranno annunciati i vincitori della statuetta d’oro.
CANDIDATURE E PREMI. Presentato in anteprima mondiale al Sundance e poi alla Berlinale, nella sezione Panorama Special, il film di Guadagnino è stato accolto come autentico trionfo tanto dal pubblico quanto dalla critica internazionale. Poi sono arrivate le candidature ai Golden Globe, agli Independent Spirit Awards, ai SAG Awards. E i premi: due Gotham, un Hollywood Film Award, tre premi della Los Angeles Film Critics Association, due dell’Usa National Board of Review, uno del New York Film Critics Circle, il premio del pubblico come miglior film al festival di Saint Louis, il Rising Star Award a Palm Springs. Domani l’uscita nelle sale italiane. Una scelta voluta, e per certi versi anche un po’ strategica, vista la “tiepida” accoglienza riservata finora dal nostro Paese ai suoi film. Dall’esordio con “The Protagonists”, fischiato alla mostra del Cinema di Venezia nel 1999, e fino agli ultimi “Io sono l’amore” e “A Bigger Splash”, i suoi film in Italia sono sempre stati salutati da recensioni negative e sale vuote tanto da far diventare Guadagnino l’emblema del «nemo propheta in patria».
PROFILO DI UN REGISTA. Luca Guadagnino è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Nato nel 1971 a Palermo, ha vissuto la prima infanzia ad Addis Abeba per poi tornare in Italia – Palermo, Roma e Milano dove prosegue gli studi – e raggiungere il successo all’estero. Cinque i lungometraggi da lui diretti: The Protagonists, Melissa P., Io sono l’amore, A Bigger Splash e Call Me by Your Name, a cui si aggiungono diversi documentari, tra cui “Inconscio italiano” e “Bertolucci on Bertolucci”. Come produttore, cerca una linea indipendente e provocatoria, un po’ come il suo cinema. Attualmente è al lavoro sul remake di “Suspiria”, il capolavoro horror di Dario Argento. Si comincia a parlare di lui nel 2009 con il film “Io sono l’amore”, che fa il giro dei festival e viene candidato ai Golden Globe come miglior film straniero e agli Oscar per i migliori costumi. A “Bigger Splash”, con Tilda Swinton e Ralph Fiennes, ispirato a La piscina di Jacques Deray, aumenta ulteriormente la popolarità internazionale del regista che raggiunge l’apice con il film candidato agli Oscar 2018, “Chiamami col tuo nome”.
CHIAMAMI COL TUO NOME. È una storia d’amore, ma non solo: è il racconto di un incontro, di vacanza estiva, dell’età dell’adolescenza, della bellezza del diverso. È l’estate del 1983. In un piccolo paesino del nord dell’Italia Elio Perlman (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne, vive nella villa del XVII secolo di famiglia passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). I Perlman sono italoamericani ed Elio, loro unico figlio, ha un rapporto molto stretto con il padre (Michael Stuhlbarg), un eminente professore universitario, e la madre Annella (Amira Casar), una traduttrice. Mentre i modi di fare e i doni intellettuali di Elio sono paragonabili a quelli di un adulto, permane in lui ancora un senso di innocenza e immaturità, in particolare riguardo alle questioni di cuore. Un giorno arriva Oliver (Armie Hammer), un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. E niente per Elio sarà più come prima. Il film di Luca Guadagnino “Chiamami col tuo nome” è tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman.