La domanda è sempre la stessa: «Che cosa vuoi fare da grande?». Ma le risposte cambiano perché i tempi cambiano. E seguendo cosa dicono gli specialisti delle risorse umane, per intenderci quelli che selezionano centinaia di curricula ogni giorno, è già possibile intravedere nuovi profili professionali che il mercato del lavoro sta veramente cercando. E quasi tutti sono legati al mondo digitale e tech, sfatando il mito che la tecnologia toglie lavoro. Secondo gli analisti, infatti, l’offerta di lavoro nel settore dell’Information Technology e dell’informatica almeno per i prossimi vent’anni avrà una crescita media annua sopra il 10%.
I LAVORI PIÙ RICHIESTI DEL 2018. Hunters Group, società leader nel recruiting di personale specializzato a livello globale, ha selezionato i dieci professionisti più richiesti e non in un futuro remoto, ma nell’anno appena iniziato. Si va dall’e-mail marketing manager al program manager, dal cyber security manager al sales lead generation. Ed ancora dal data protection officer al chief digital officer, dal project manager al, responsabile di produzione, dal plant manager al cloud architect. Sono loro che nel corso dell’anno avranno le migliori opportunità professionali sia per i neolaureati sia per i candidati con più esperienza. L’e-mail marketing manager è la figura aziendale che si occupa di trovare e fidelizzare i clienti usando come principale strumento di lavoro la posta elettronica. La sua retribuzione annua lorda varia da 45mila a 70mila euro, a seconda dell’esperienza maturata, dell’elenco dei clienti che può portare in dote e del numero di persone gestite. Accanto all’e-mail marketing manager si trova il sales lead generation che si occupa di vendere a soggetti terzi i progetti di e-mail marketing. La sua missione è acquisire contatti profilati interessati ai servizi dell’azienda o dei suoi clienti. In media guadagna dai 40mila ai 90mila euro, a seconda degli anni esperienza, di mercati, fatturati e clienti gestiti. Per diventare Chief digital officer bisogna essere in grado di coordinare i processi e le trasformazioni digitali di un’azienda. Chi ha tali caratteristiche e competenze – difficile da possedere se non dopo parecchi anni di lavoro – riesce a portarsi a casa dai 90mila ai 150mila euro.
LE PROFESSIONI DIGITALI. Il cloud architect si occupa dell’ideazione e realizzazione architetture in cloud, spazi web che permettono di gestire in maniera virtuale interi sistemi informativi, senza più bisogno di un supporto fisico. La retribuzione, a seconda dell’esperienza, va dai 45mila ai 60mila euro. La sicurezza è un aspetto fondamentale per ogni azienda. Specie nell’era di Internet. Il cyber security manager è colui al quale viene affidata tutta la gestione dei dati in azienda e dei macchinari. Più si è bravi e più si lavora per grandi aziende. Man mano che si cresce sale anche lo stipendio, che mediamente si aggira sui 50mila euro. Altra figura legata alla sicurezza è il data protection officer, un consulente tecnico che tutela i dati sensibili dei clienti e del personale dell’azienda nel rispetto delle normative di privacy nazionali e internazionali. La sua retribuzione va dai 50mila ai 70mila euro. Il project manager si occupa di sviluppare progetti progetti complessi legati all’ingegneria e all’impiantistica per conto, soprattutto, di medie e grandi aziende. 60-120mila euro è lo stipendio medio determinato dall’età e dall’esperienza.
MESTIERI MENO INNOVATIVI. Il responsabile di produzione pianifica, controlla e coordina l’attività produttiva di tutto lo staff aziendale al fine di ottimizzare le risorse impegnate (umane, economiche e tecnologiche). È la figura di riferimento per l’industrializzazione del prodotto e crea i collegamenti tra i vari reparti con l’obiettivo di aumentare i livelli di produttività. Anche per questo ruolo l’esperienza è un fattore che pesa sulla busta paga, che oscilla dai 50mila ai 110mila euro. Il direttore di stabilimento o plant manager è il responsabile del controllo fisico degli ambienti di lavoro, specialmente se l’azienda ha degli stabilimenti di produzione. Per questo ha la delega a dirigere e coordinare tutte le funzioni aziendali e le relative risorse impegnate. In più, analizza i processi produttivi per arrivare a proposte di miglioramento e assicurare un adeguato livello di efficienza. Reddito tra i 70mila ai 200mila euro. Ed infine, il program manager è il responsabile della pianificazione complessiva e del controllo di uno o più progetti. Ha rapporti con tutti gli attori coinvolti nella realizzazione del progetto integrandone le informazioni al fine di pianificare le fasi di realizzazione. Si occupa, inoltre, della gestione centralizzata della documentazione. I più giovani si portano a casa non più di 50mila euro e i più esperti fino ai 100mila.