Niente tasse sulle case, via le aliquote Irpef, niente più Irap, taglio alle tasse universitarie, abolizione del canone Rai, stop al bollo auto, nessuna imposta su successioni e donazioni. Se c’è un campo dove i partiti politici non conoscono limiti è proprio la pressione fiscale. Una questione trasversale che, a chi a chi meno tocca tutti, le tasche di tutti gli italiani. La bacchetta magica che dovrebbe mettere a posto i conti e rilanciare la crescita è la flat tax proposta dalla coalizione di centrodestra. Un’aliquota unica che promette di dimezzare l’imposta sui redditi per milioni di cittadini e, nel contempo, andare a recuperare miliardi di euro di evasione fiscale. Ma se questa misura fiscale non dovesse bastare a risollevare le sorti della martoriata Italia, e a portare dalla sua gli indecisi, Berlusconi tira fuori dal cilindro, al posto del coniglio, il vecchio cavallo di battaglia del condono fiscale ed edilizio.
CONDONO SI, CONDONO NO. «C’è anche la possibilità di una sanatoria edilizia per i casi di ‘abusivismo di necessità’» così Silvio Berlusconi, intervistato da Radio24, apre ad un possibile condono edilizio, indicandolo tra le coperture possibili della Flat tax. Nulla di nuovo, se non per il concetto di necessità che resta da chiarire, rispetto a quanto promesso nelle passate campagne elettorali. Quello dei condoni, infatti, è il tratto distintivo di tutti i governi guidati dal centrodestra. Il primo scudo fiscale risale al 1994, quando Berlusconi vince per la prima volta le elezioni politiche, l’ultimo condono edilizio nel 2003. «Bisogna cambiare le regole – dice il leader di FI ai microfoni di Radio24 – chi deve costruire una casa o aprire un’attività commerciale, non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze. Dovrà dichiarare l’inizio dell’attività e assumersi la responsabilità di rispettare le leggi. Solo dopo verranno i controlli». Il primo a controbattere è l’alleato Matteo Salvini: «Rilanciare l’edilizia è fondamentale, ma dico no, dico fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi: il nostro territorio è già troppo cementificato, occorre abbattere tutte le costruzioni abusive, a partire dalle zone più a rischio». Stesse idee invece sulle tasse: «Noi proponiamo che i cittadini pagando il 10-15% di quello che devono al fisco – dice il leader della Lega – possano vedere chiuse le loro pendenze fiscali».
MENO TASSE. Il Pd propone, invece, una “patente fiscale a punti” con una serie di vantaggi, tributari e non per chi paga correttamente le tasse. Il segretario Matteo Renzi punta anche ad arrivare a «30 miliardi» nella lotta all’evasione e a introdurre «un modello fiscale che valorizzi il contrasto d’interesse, nella logica veicolata dal messaggio ‘scaricare tutto, scaricare tutti’». Tra le misure fiscali ipotizzate anche detrazione Irpef da 240 euro al mese per le famiglie con figli a carico, l’estensione degli 80 euro a partite Iva e autonomi e un nuovo calo di Ires e Iri al 22 per cento. Anche nel programma del Movimento cinque stelle compare il punto ‘meno tasse’: «Riduzione delle aliquote Irpef, niente tasse per redditi fino a 10mila euro, manovra choc per le piccole e medie imprese, riduzione del cuneo fiscale e riduzione drastica dell’Irap, abolizione reale degli studi di settore, dello split payment, dello spesometro e di Equitalia».
TASSA SUI ROBOT. E in quello che è un rincorrersi di programmi e promesse sui tagli alle imposte, dall’abolizione delle tasse universitarie proposta da Liberi e Uguali a quella del canone Rai avanzata dal Pd, c’è anche chi una nuova tassa vorrebbe aggiungerla. Il leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha visitato lo stabilimento di Amazon, afferma che sarebbe favorevole a introdurre una tassa sui robot. «Va benissimo la robotizzazione – ha detto -ma se ci sono tre milioni di posti di lavoro a rischio, la robotizzazione la vogliamo governare e regolamentare? Il robot deve essere di aiuto allo sforzo umano, non deve essere una sostituzione dell’essere umano». Sulla proposta di tassare i robot interviene il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda: «Mettere le tasse sui robot è un’operazione suicida».