Pop, elettronica, qualche richiamo celtico come si conviene a una band nata in Scozia. Tutto questo sono stati, e sono, i Simple Minds. Fondato a Glasgow nel 1977 dal cantante Jim Kerr e dal chitarrista Charlie Burchill, il gruppo è diventato uno degli alfieri della new wave, la nuova onda che negli anni Ottanta trasportava con sé gli eccessi dei ’70, il glam di David Bowie e la psichedelia dei Led Zeppelin per triturare tutto in un’ottica più commerciale. E se Duran Duran e Spandau Ballet si facevano guerra a colpi di ciuffi e look, gli U2 cantavano il sangue d’Irlanda e i Police sorridevano al reggae, i Simple Minds sceglievano una strada più nostalgica, che dall’intramontabile “Don’ t you (forget about me)” è arrivata all’ impegno politico contro l’apartheid e al fianco di Amnesty, come nel brano “Mandela day”.
BIOGRAFIA
- 1978. Nascono i Simple Minds: Jim Kerr (voce), Charlie Burchill (chitarra), Michael MacNeil (tastiere), Derek Forbes (basso), Brian McGee (batteria).
- 1979. Esce il primo album “Life in a day”, seguito nello stesso anno da “Real to Real Cacophony”, e poi da “Empires and Dance” l’anno dopo.
- 1980. Il carisma di Kerr e le atmosfere dark delle esibizioni dal vivo contribuiscono in modo sostanziale alla popolarità del gruppo. Fondamentale per il successo della band il tour con Peter Gabriel.
- 1981. Per la prima volta i Simple Minds entrano nella top 20 britannica con il singolo “Sons and Fascination”.
- 1982. Esce “New Gold Dream”, che presto diventerà un classico della band. Mel Gaynor prende stabilmente il posto di Brian McGee che aveva nel frattempo lasciato il gruppo.
- 1984. L’album “Sparkle in the rain” va immediatamente al primo posto della classifica di vendita britannica. Nello stesso anno, controvoglia, la band registra un brano di Keith Forse – “Don’t you (Forget about me)” – incluso nella colonna sonora del film di John Hughes, “The Breakfast club”. Il brano diventa un hit internazionale, primo nelle classifiche di vendita in tutto il mondo.
- 1985. Vengono invitati a Live Aid. Nello stesso anno esce “Once Upon a Time”, destinato a vendere più di 2 milioni di copie. Ha inizio un tour mondiale a sostegno di Amnesty.
- 1989. La band pubblica l’Ep “Ballad of the streets”, comprendente “Belfast child” e “Mandela day”, conquistando il primo posto nelle classifiche di vendita in Gran Bretagna e in diversi altri Paesi. Esce “Street fighting years”, album-manifesto politico di Jim Kerr.
- 1990. Abbandona anche il tastierista Michael MacNeil. Comincia un lento declino, durante il quale la band ripercorrerà i suoi vecchi successi, registrerà cover e sperimenterà strade nuove, come in “Neapolis” (1998), tra pop ed elettronica, con il contributo dei Planet Funk.
- 2014. Con il singolo “Big Music” e un tour acustico la band comincerà a uscire dalla stasi creativa.
- 2018. Il 2 febbraio esce il nuovo album, “Walk Between Worlds”, con cui Jim Kerr e Charlie Burchill cercano di riconnettersi ai lustri del passato. Accanto al nucleo storico adesso ci sono la percussionista Cherisse Osei, la corista Catherine AD, Ged Grimes al basso, il polistrumentista Gordy Goudie e Sarah Brown ai cori.