Il governo non c’è. Le previsioni sono state rispettate: nessuna lista o coalizione raggiunge la soglia del 40% considerata la garanzia per una maggioranza assoluta. Ma ci sono stati comunque risultati sorprendenti: il Movimento 5 Stelle, che diventa il primo partito raggiungendo quota 31%, e la Lega di Matteo Salvini, che conquista la leadership del centrodestra. E hanno tanti perdenti. Ma uno più di tutti: il Pd di Matteo Renzi. Adesso sarà decisiva l’opera di mediazione del Quirinale. La maggioranza politica necessaria alla Camera è 316 seggi, mentre al Senato e di 158 seggi.
VINCITORI. Il verdetto che sta venendo fuori dallo spoglio dei seggi è netto: trionfa il Movimento 5 stelle con oltre il 31% dei voti, mentre il centrodestra conquista la posizione di prima coalizione con il 37%. All’interno della coalizione del centrodestra trionfa la Lega di Matteo Salvini che supera il 17% e sorpassa Forza Italia, ferma intorno al 15%. Questo risultato è stato possibile grazie ai molti consensi ottenuti dalla Lega nel Nord Italia cavalcando il tema della sicurezza, mentre il Movimento 5 Stelle ha prevalso in quasi tutto il Sud Italia dove è particolarmente sentito il tema del lavoro.
VINTI. La debacle è raccontata dai numeri, da quel 20% raccolto dal Pd. Un dato che regala a Renzi il primato di aver fatto peggio di Bersani nel 2013 quando il Partito Democratico si fermò al 25,42% e già sembrava un disastro. La netta sconfitta del PD non è stata accompagnata da un buon risultato dei suoi alleati più moderati: +Europa probabilmente non supererà la soglia di sbarramento del tre per cento, Insieme e Civica Popolare non andranno oltre l’uno. Nel circolo dei perdenti rientra anche Liberi e Uguali e che supera di poco la soglia del 3% accedendo in Parlamento con un numero risicatissimo di seggi. Anche Berlusconi finisce tra gli sconfitti: la coalizione di centrodestra è avanti ma non riesce a conquistare quella maggioranza autonoma che Forza Italia aveva promesso per tutta la campagna elettorale.
COSA SUCCEDERÀ ADESSO? La possibilità di dare vita ad un nuovo governo passerà necessariamente da intese tra forze politiche avversarie. Il centrodestra con a capo Matteo Salvini, la cui Lega è il partito della coalizione ad aver preso più voti, dovrà lavorare ad alleanze ed “inciuci” per trovare quel 3% di voti necessari a raggiungere la soglia del 40%. Allo stesso modo il Movimento Cinque Stelle, primo partito, dovrà cercare il sostegno della Lega o di altre forze politiche disponibili a collaborare. Se le forze politiche non troveranno un accordo, c’è anche l’ipotesi del governo di scopo, ovvero un esecutivo di breve durata in cui vengono rappresentate tutte le forze politiche e che dovrà occuparsi di modificare la legge elettorale e altre questioni urgenti. Resta in auge la possibilità di formare un governo tecnico, scelta adottata già due volte negli ultimi dieci anni.