La bellezza non ha barriere. I luoghi, i borghi, i monumenti, devono poter essere attraversati e vissuti da tutti. Una necessità non solo per i viaggiatori con esigenze speciali, ma anche un’opportunità per i cittadini di avere un territorio accessibile, inclusivo, accogliente. L’assenza di barriere architettoniche e i dati sull’accessibilità dei luoghi sono le informazioni più importanti riguardanti la meta del viaggio. Un territorio a vocazione turistica dovrebbe consentire sempre la piena accessibilità ai siti culturali e d’interesse pubblico. Per un settore, come quello del turismo, se davvero intende essere uno degli asset strategici delle future politiche turistiche locali, non può non rappresentare che un sicuro investimento sociale ed economico che coinvolgerà tra l’altro milioni di potenziali viaggiatori.
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TURISMO ACCESSIBILE. Progettare un “turismo per tutti” significa pianificare anzitutto l’accoglienza, nell’idea della creazione di una rete integrata di servizi accessibili, che consentano ad ogni viaggiatore-persona con esigenza speciale, indipendentemente dalla propria situazione fisica, la possibilità di poter vivere le emozioni delle bellezze storiche e paesaggistiche del territorio e delle comunità che incontra, ma soprattutto nell’essere soddisfatto in ciò che ha vissuto dentro quel territorio. La conseguenza della relazione umana con la comunità locale è l’esperienza, che diventa così narrazione (storytelling), un ritorno d’immagine e di reputazione per il luogo visitato, favorirà sia l’incoming turistico che la motivazione del viaggiatore a ritornare sui luoghi già visitati.
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UN’OPPORTUNITÀ PER TUTTI. Il territorio che fa dell’accoglienza e l’ospitalità il proprio punto di forza, vince sulla competitività dell’offerta turistica. L’economia delle relazioni umane come “generatore strutturale” svilupperà negli operatori del settore la maggiore consapevolezza su opportune scelte strategiche da attuare per la promozione di un turismo accessibile, attento ai bisogni di tutti: delle famiglie con bambini piccoli, degli anziani, delle persone con difficoltà motorie, sensoriali, cognitive, con allergie o intolleranze alimentari con la possibilità di offrire nell’arco dell’intero anno soggiorni “su misura”, di personalizzare escursioni, itinerari, percorsi in relazione alle esigenze speciali, senza tralasciare le visite ai museali pubblici, privati ed ecclesiastici, le attrattive artistiche e culturali, gli eventi e le manifestazioni, i servizi di guide innovative e digitali, trasporti, accompagnamento con guide turistiche Lis, mappe tattili, spiagge e luoghi accessibili, eventi culturali e sportivi, bar e ristoranti dove ad esempio può essere realizzata e servita la “tovaglietta in simboli” che consente alle persone con autismo e con difficoltà a parlare, di comunicare in modo efficace ciò che desidera consumare. A Siracusa, ad esempio, opera un’associazione di guide turistiche Lis specializzata sul turismo accessibile diretta da Bernadette Lo Bianco. Ad essere accessibile, quindi, è il territorio in tutte le sue componenti, mai soltanto un elemento, frammentato o dispersivo, della filiera turistica e culturale.
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SFIDA DI CIVILTÀ. Un’amministrazione pubblica che tiene al benessere della qualità di vita dei residenti e dei viaggiatori, che vuole essere al passo dei tempi, non potrà non ripartire da una politica turistica in cui tiene conto, sopra ogni cosa, che «ogni turista è prima di tutto un viaggiatore che esprime una domanda di mobilità verso luoghi e percorsi turistici. Accessibilità, informazioni durante il viaggio e servizi di mobilità sono alcuni dei criteri che orientano la scelta di una destinazione turistica» (Mibact, piano straordinario per la mobilità turistica, 2017-2022).