C’è chi lo dichiara apertamente e chi non lo dice, ma ci spera. Alla vigilia della direzione Pd, dove verranno ufficializzate le dimissioni di Matteo Renzi e si aprirà la successione, circolano già le prime candidature alle primarie del Partito Democratico: Graziano Del Rio, renziano della prima ora; Carlo Calenda, nuovo tesserato dem; Nicola Zingaretti, rieletto alla presidenza della regione Lazio. Ma la strada che porterà a conoscere il nome del prossimo segretario Pd è ancora lunga. Non si conoscono ancora i tempi e le modalità di elezione, anche se nonostante la sonora sconfitta il Partito Democratico resta l’interlocutore chiave per andare oltre l’impasse caratterizzata da due vincitori, M5S e Lega, che non dispongono di una maggioranza in parlamento.
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IL MODELLO LAZIO. «Io ci sarò. Anche alle primarie, non escludo nulla». In un’intervista a Repubblica il presidente della Regione Lazio annuncia che parteciperà alla “rigenerazione” del Pd. Nicola Zingaretti rivendica il “modello ulivista” della sua coalizione che ha tenuto insieme tutta la sinistra. «Abbiamo fatto l’accordo con Liberi e uguali – sottolinea il rieletto presidente – avevamo sindaci, liste civiche e, soprattutto, giovani. È un modello che vorrei riproporre a livello nazionale». E a tal proposito, auspica un congresso «aperto e unitario» il cui tema dovrebbe essere l’articolo 3 della Costituzione. «La mia parola – continua – è rigenerazione: non solo del Pd, ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall’alto, ma aprendo un grande confronto, vero e forte». Quanto poi ad eventuali nuove alleanze e intese, Zingaretti non ha dubbi: «Dobbiamo stare all’opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo ma gli elettori. Chi ha vinto provi a governare. Noi dobbiamo elaborare una proposta rigenerante che torni a offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza».
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LE REAZIONI. La discesa in campo di Zingaretti per le primarie del Pd viene accolta con favore dalla minoranza dem: per Andrea Orlando si tratta di «una buona notizia». Più fredde le reazioni di alcuni esponenti renziani, che sospettano si possa trattare di una mossa per evitare l’elezione di un segretario di peso e nel pieno delle sue prerogative già all’assemblea di aprile e rimandare le primarie al prossimo anno. «Ho trovato improprio Zingaretti. Per come sono fatto io i compiti e i mandati vanno portati a termine» ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala in merito alla scelta del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, di partecipare alle prossime primarie del Pd. Intanto, il dimissionario Matteo Renzi, nella direzione del partito di lunedì, affiderà la reggenza a Maurizio Martina, nell’attesa dell’assemblea che ad aprile sceglierà se eleggere un segretario di transizione o indire subito le primarie.