«Due giorni di riflessione». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si concede un week-end per valutare la prossima mossa dopo il colloquio al Colle con Elisabetta Casellati. Due giorni che si aggiungono ai 47 già trascorsi tra consultazioni e trattative andate a vuoto. La presidente del Senato parla di «discussione che pur nella diversità delle opinioni ha consentito di evidenziare spunti di riflessione politica» al termine del suo mandato da «esploratrice», malgrado stentano a cadere le barricate alzate da Forza Italia e Movimento Cinque Stelle con Berlusconi che chiude al M5S ed apre al Pd. Una posizione non condivisa dall’alleato Salvini: «Mai con i democratici, ci vada da solo».
LA POSIZIONE DI FI. Nulla di fatto per il nuovo governo, dunque, con l’intesa centrodestra-M5S che appare più lontana. Nel giorno del colloquio di Elisabetta Casellati con il presidente della Repubblica, il leader di Forza Italia ribadisce il suo no ai Ciquestelle: «Per me esiste solo un governo di centrodestra. Tutte le altre ipotesi sono esecrabili e censurabili. Nessuna ipotesi di accordo con un movimento che non è neppure un partito democratico. Sono disgustato, gli italiani hanno votato male. Non vogliamo nessun rapporto. Abbiamo cercato di dare un seguito all’esperienza del centrodestra pensando che fosse utile che qualcuno con la nostra competenza fosse dentro con questa squadra di inefficienti, ma adesso sono assolutamente convinto che questi M5s sono un pericolo per l’Italia e bisogna evitare che prendano il potere». E se da un lato Berlusconi chiude le porte a qualsiasi spiraglio di trattativa con il M5S, dall’altro apre ad un governo con il Pd. «Sono contrario al no secco al Pd per un discorso sul programma. Dal punto di vista della responsabilità e della democrazia, il Pd è anni luce davanti ai 5 stelle».
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LA LEGA CHIUDE AL PD. «Se Silvio vuole andare con il Pd, ci vada da solo» questa la replica di Matteo Salvini. «Berlusconi sbaglia quando dice che gli italiani votano male e risbaglia quando dice che si deve riportare al governo il Pd». Si respira aria di crisi anche se Salvini continua ad insistere su un’intesa che comprenda «tutto il centrodestra». «Piuttosto che riportare il Pd al governo faccio tre passi avanti io. Ho la netta sensazione che c’è qualcuno che vuole perdere tempo, che vuole un governo tecnico alla Monti voluto da Bruxelles, che vuole spennare gli italiani. Per evitare questa fregatura io farò qualunque cosa, anche scendere in campo».
IL PD RESPINGE LE AVANCES DI FI. «Rivendico con forza la posizione chiara del Partito democratico – ha precisato su Facebook il reggente Maurizio Martina – e dico a chi pensa di dividerci che questo scenario non esisterà mai. Continueremo a seguire il lavoro delicato del presidente Mattarella con il massimo impegno verso l’Italia e gli italiani, a partire dai temi che abbiamo già indicato e dalle nostre proposte concrete». Martina ha rispedito al mittente la proposta di Berlusconi, definendo “un caos inaccettabile” le trattative di dialogo portate dalle forze politiche che hanno prevalso il 4 marzo. «Abbiamo visto 45 giorni di tatticismi esasperati, giochi di posizionamento e ripicche. L’esatto contrario di quello che serve all’Italia».
LE PROSSIME MOSSE. Il presidente della Repubblica non ha ancora annunciato cosa intende fare dopo il week-end di riflessione, anche se la strada sembra tracciata: affidare un secondo mandato esplorativo per cercare un accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. In questo senso il candidato “naturale” sarebbe il presidente della Camera, Roberto Fico. A lui il difficile compito di verificare la praticabilità del secondo “forno”, dopo qualche segnale di apertura mostrato anche da una parte dei democratici. Ma Sergio Mattarella potrebbe anche spiazzare tutti ed affidare un pre-incarico a un leader politico per sondare la possibilità di trovare una maggioranza. Un governo che visti i veti incrociati potrebbe passare solo attraverso la rottura della coalizione del centrodestra ed un asse Lega –M5S.