Le malattie professionali sono patologie che i lavoratori contraggono per effetto dei lavori svolti, sono lente nella loro manifestazione e molto spesso sottovalutate. Negli ultimi anni si è registrato un aumento delle denunce riconducibile, verosimilmente, ad una maggior consapevolezza da parte sia dei lavoratori sia dei medici. Il numero delle malattie professionali denunciate potrebbe rivelarsi nettamente superiore se si pervenisse a un marcato miglioramento della qualità di sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro. Tra le malattie professionali più diffuse, oltre la patologia tumorale, si annoverano le patologie dell’orecchio e delle vie respiratorie come l’ipoacusia professionale (spesso associata ad acufene), ossia per la diminuzione dell’udito per effetto del rumore percepito durante il lavoro, o l’anosmia e l’iposmia ossia per l’assenza o la riduzione dell’olfatto conseguente all’inalazione di sostanze dannose.
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ALCUNI DATI. Dopo la diminuzione registrata lo scorso anno, nei primi due mesi del 2018 le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail sono tornate ad aumentare. L’incremento del 14,8% rilevato a gennaio è sceso al +10,3% nel primo bimestre, pari a 926 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (da 9.010 a 9.936). L’aumento interessa tutti i comparti: nell’Industria e servizi le denunce di malattia professionale sono aumentate dell’8,8% (da 7.323 a 7.966), in Agricoltura del 15,3% (da 1.586 a 1.829) e nel Conto Stato del 39,6% (da 101 a 141). L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle tecnopatie denunciate al Sud (+512 casi), dove si concentra un quarto del totale dei casi protocollati dall’Istituto, al Centro (+280), dove i casi denunciati sono un terzo del totale, nel Nord-Ovest (+128) e nel Nord–Est (+27). Le Isole, in controtendenza, mostrano un calo di 21 casi. In ottica di genere, si rilevano 712 casi in più per i lavoratori (da 6.602 a 7.314) e 214 in più per le lavoratrici (da 2.408 a 2.622). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, continuano a rappresentare le prime malattie professionali denunciate.
MALATTIE PROFESSIONALI. Affinché la patologia professionale sia riconosciuta tale, occorre una certificazione medica spesso specialistica in modo che il lavoratore possa richiedere l’indennizzo per i danni provocati alla sua salute. Le malattie professionali in Italia sono contenute in due tabelle distinte, settore industria e agricoltura, periodicamente aggiornate in relazione all’attività medico-scientifica. Ci sono delle patologie che pur non essendo inserite nelle tabelle, possono essere riconosciute come professionali qualora se ne dimostri il nesso di causalità. L’introduzione nel sistema di tutela in Italia del danno biologico ha comportato una sostanziale modifica in termini d’indennizzo. Il danno biologico infatti, presuppone un concetto di salute più esteso poiché comprende non solo le menomazioni fisiche ma anche quelle psichiche e relazionali.
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INFORTUNI SUL LAVORO. Altro capitolo importante da affrontare sono gli infortuni sul lavoro. È sempre necessaria una visita otorinolaringoiatrica quando la persona ha subito un infortunio sul lavoro, o anche stradale, che ha coinvolto la testa o il collo (trauma facciale, difficoltà masticatoria, frattura delle ossa facciali e nasali con conseguente riduzione dell’olfatto e della pervietà respiratoria nasale, colpo di frusta, trauma cranico, riduzione dell’udito, trauma cervicale, vertigine post-traumatiche, fratture della rocca petrosa con conseguente ipoacusia e paralisi del nervo facciale). Lo specialista successivamente consiglierà al paziente se sarà utile aggiungere alla visita una perizia per la valutazione del danno. La perizia è quindi un atto scritto da un medico con competenze specifiche che termina individuando un’inabilità temporanea o persistente e un danno biologico, quest’ultimo particolarmente importante sul piano fisico ed economico.