Il trionfo della Sicilia. La resistenza di Venezia e Roma. La predilezione per il mare, la scoperta dei piccoli borghi. L’estate 2018 si presenta con un segno positivo per quanto riguarda gli arrivi dei visitatori stranieri nel nostro Paese. È quanto sta emergendo dalle prenotazioni attraverso le piattaforme utilizzate dalle agenzie di viaggio. Ma accade spesso che, davanti al successo, si perda di vista il bisogno di consolidarsi e crescere. Un’analisi compiuta sullo stato dell’arte del turismo italiano viene proposta da Giovanni Maria Flick nel libro, “Elogio del patrimonio”: «Occorre valorizzare una di una serie di profili, in particolare, la destagionalizzazione, la diversificazione, la qualificazione e l’innovazione dell’offerta con riferimento alla domanda interna e a quella internazionale, il riconoscimento dell’importanza del patrimonio culturale, attraverso la sua qualificazione in termini di pubblico servizio essenziale».
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POLITICHE TURISTICHE. Qui il cuore della riflessione: «Per il turismo, come in altri molti campi, le difficoltà di regolazione e di governance sono dovute alla confusione delle competenze, alla pluralità dei soggetti e delle materie coinvolti, alla incapacità e alla mancanza di sedi per ricomporre i problemi ed elaborare strategie. Da ciò la inevitabile confusione nella distribuzione delle competenze, con conseguenti, altrettanto inevitabili, conflitti di poteri fra Stato, regione ed enti locali». Sempre attuale ed aperto è il dibattito sulle politiche turistiche nazionali che riguardano la scelta dei modelli di governance, gli strumenti legislativi e di sinergia capaci di integrarsi efficacemente con la realtà vocazionale dei luoghi, la valorizzazione delle specificità locali come driver per un’attenta progettazione, programmazione e pianificazione turistica che metta a sistema tutto il patrimonio materiale ed immateriale anche rispetto alla comunicazione ed all’attrattività.
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STRATEGIE DI PROGRAMMAZIONE. Senza dubbio lo sviluppo del turismo nei territori passa attraverso la formulazione del prodotto turistico integrato ed omogeneo che favorisca la conoscenza e l’esperienza del vissuto quotidiano dei luoghi di destinazione nei viaggiatori. Ed è per questo che la programmazione turistica non può essere lasciata alla buona volontà dei singoli. Ne consegue che le strategie di programmazione devono puntare all’attenta promozione, valorizzazione e comunicazione turistica, favorendo lo sviluppo di reti d’impresa che facilitano processi inclusivi in quei territori poco organizzati che annotano presenze turistiche legate alla riscoperta delle bellezze dei luoghi, dei paesaggi incontaminati, dei saperi e sapori della buona cucina, delle tradizioni religiose e del vasto patrimonio culturale, storico, monumentale e religioso.
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SISTEMA TURISTICO ITALIA. In ottica di miglioramento e di potenziamento dell’immagine Italia in un contesto internazionale, si rende sempre più auspicabile, in una visione d’insieme del “sistema turistico Italia”, la possibile istituzione del Ministero del Turismo, che non si preoccupi solo di concedere finanziamenti, ma che orienti in modo strutturale e stabile alla riorganizzazione dei sistemi turistici locali e regionali, alla ridefinizione del prodotto turistico nazionale inteso come unica destinazione che rispetti nello stesso tempo le singole identità territoriali, all’attuazione di politiche innovative e di digitalizzazione relative alla formazione delle professionalità e delle competenze per generare nuove forme occupazionali, e non ultimo, alla gestione dei processi di dialogo tra gli stakeholder e gli enti locali.