Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli. La ventesima edizione della manifestazione, organizzata dall’Istituto Italiano dei Castelli, si celebra quest’anno tra sabato 19 e domenica 20 maggio. Diciannove le regioni coinvolte per un totale di 33 siti pronti ad ospitare famiglie, turisti e appassionati di storia e architettura. Si tratta, spesso, di intere cittadelle fortificate o grandi comprensori e vallate che durante il weekend saranno animati da visite guidate gratuite, presentazioni di libri, tavole rotonde, incontri e concerti. In ogni edizione i siti prescelti sono diversi dai precedenti, consentendo così ai visitatori di arricchire continuamente le loro conoscenze e di trascorrere un fine settimana primaverile anche in luoghi meno conosciuti. Due giorni alla scoperta di castelli, rocche, torri ed altre architetture fortificare, senza dimenticare interi borghi, città murate e bastioni. Quest’anno si va dalla Rocca di Palazzolo sull’Oglio, in Lombardia, al Castello di San Mauro Forte, in Basilicata; dalla Fortezza di Sarzanello, in Liguria, al Castello di Spadafora e alla chiesa fortificata dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, in Sicilia.
L’ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI. Le Giornate Nazionali dei Castelli sono ideate e organizzate dall’Istituto Italiano dei Castelli, onlus a carattere scientifico che da 54 anni si impegna a salvaguardare l’intero patrimonio storico-culturale e si incarica di valorizzare l’immenso patrimonio di castelli, fortezze ed architetture cinte. Con oltre 20 mila siti censiti, fotografati e studiati e con un’organizzazione capillare, l’associazione organizza tutto l’anno attività culturali e scientifiche che includono anche la pubblicazioni di due collane editoriali ed una rivista specializzata, incontri periodici e conferenze, viaggi di scoperta, un premio alle tesi di laurea più meritevoli e un concorso fotografico dedicato agli allievi delle scuole secondarie di primo grado.
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ARCHITETTURA DI DIFESA. «Con oltre 1400 soci e con una sede in ogni regione italiana, ci prendiamo cura di un patrimonio spesso non valorizzato», spiega Fabio Pignatelli della Leonessa, presidente dell’Istituto Italiano Castelli. «Tra gli aspetti più importanti della nostra organizzazione – gli fa eco Gian Maria Labaa, vicepresidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto – vi è la presenza di un qualificato e selezionato gruppo di esperti che indirizzano culturalmente l’associazione sui temi scottanti della tutela e della valorizzazione di questo importante settore dell’architettura. È sempre da ricordare che le opere di difesa (le fortificazioni), per numero e diffusione, sono seconde solo alle opere di architettura religiosa. Non è esagerato parlare di 100 mila reperti e quasi tutti i comuni d’Italia hanno sul proprio territorio almeno un’opera (più o meno conservata) di natura “castellana”. La problematica e il conseguente impegno dell’Istituto – conclude Labaa – è che si diffonda la coscienza di ciò, si mantenga quel rapporto inscindibile tra storia, architettura e paesaggio che è vitale nelle opere fortificate».