Il decreto dignità passa l’esame del Consiglio dei ministri. «È solo un primo passo avanti» sostiene il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Il governo, infatti, ha dichiarato guerra alla precarietà, «licenzia il Jobs act», e per rendere l’occupazione davvero più stabile promette di abbassare il costo del lavoro già nella prossima legge di Bilancio. Si parte dai contratti a termine che passano dagli attuali 36 mesi massimi a 12 mesi, rinnovabili di altri 12 mesi a patto di indicare la causale. Le proroghe potranno essere al massimo 4, contro le 5 attuali, e avranno un costo maggiore. Per la lotta al precariato, gli interinali avranno le stesse tutele degli altri lavoratori e verranno disincentivati i licenziamenti senza giusta causa con indennizzi più alti rispetto alla normativa attuale. Introdotte inoltre sanzioni contro le delocalizzazioni, con multe salate per le aziende che decidono di lasciare l’Italia entro il termine dei cinque anni «dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata».
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I PUNTI DEL DECRETO. Nel decreto trova spazio anche lo stop alle pubblicità sul gioco d’azzardo. «Ve lo avevo promesso, avevo promesso di fare una guerra al gioco di azzardo, alla burocrazia, al precariato, alle delocalizzazioni, l’abbiamo detto e l’abbiamo fatto», spiega in una diretta Facebook il leader dei Cinquestelle. «Non voglio enfatizzare troppo perché c’è ancora tanto da fare però grazie al nostro decreto si disattiva il redditometro, lo spesometro prevede un solo adempimento a fine anno e lo split payment non esiste più per i professionisti. È finita l’era del precariato, abbiamo limitato la possibilità di abusare dei contratti a tempo determinato. È la Waterloo del precariato. Cominciamo a restituire i diritti ai cittadini. Adesso c’è una legge dello Stato che dice chi prende soldi pubblici non può andare all’estero. Oggi è il giorno in cui le cose che non si potevano fare, come ci dicevano tutti, si sono fatte. Saremo il primo Paese europeo a vietare totalmente la pubblicità al gioco d’azzardo. Sono emozionato, perché da oggi si cambia davvero».
LOTTA AL PRECARIATO. Arriva la stretta sui contratti a termine. Il limite massimo si riduce infatti da 36 a 24 mesi, non sarà più possibile effettuare 5 proroghe ma si scende a 4 e ad ogni rinnovo il costo dei contributi da versare da parte dei datori di lavoro sale dello 0,5%. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria per picchi e attività stagionali. Sul fronte dei contratti di somministrazione, il decreto stabilisce che al lavoratore da somministrare assunto a tempo determinato si dovrà applicare la disciplina del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, fatte salve speciali previsioni di legge. Contrariamente ai primi annunci, come previsto poi in seguito, nessun intervento è stato invece previsto per lo staff leasing. Per disincentivare i licenziamenti «ingiusti» e rafforzare la lotta ai contratti precari si prevede infatti di aumentare del 50% degli indennizzi rispetto alle norme attualmente in vigore.
STOP ALLA DELOCALIZZAZIONE. Contro la delocalizzazione attuata da imprese che abbiano ottenuto dallo Stato aiuti per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche, il decreto Dignità prevede che «l’impresa beneficiaria dell’aiuto pubblico decade dal beneficio concesso ed è sottoposta a sanzioni pecuniarie di importo da 2 a 4 volte quello del beneficio fruito». L’arco temporale di mantenimento obbligatorio delle attività economiche che hanno beneficiato del sostegno pubblico però «è pari a 5 anni» rispetto ai 10 ipotizzati in un primo momento. Il beneficio andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. Il vincolo si applica a qualunque delocalizzazione effettuata tanto in Paesi extra Ue, quanto in altri Stati dell’Ue, e trova applicazione nei confronti di imprese beneficiarie di tutti gli aiuti di Stato agli investimenti, indipendentemente dalla relativa forma (contributo, finanziamento agevolato, garanzia, aiuti fiscali, compresi iperammortamento e concessione di crediti di imposta legati alle attività di ricerca e sviluppo).
FISCO. In campagna elettorale Di Maio aveva promesso che come prima cosa una volta al governo avrebbe abolito 400 leggi inutili, compreso redditometro, spesometro e split payment. In realtà nel Decreto dignità il pacchetto «Fisco facile» esce indebolito. Il redditometro infatti non viene abolito, ma per gli accertamenti dal 2016 in avanti viene solo prevista la necessità di un nuovo decreto ministeriale di attuazione, sentendo l’Istat e le associazioni dei consumatori, puntando a «riorientarlo maggiormente in chiave di contrasto all’evasione fiscale derivante dall’economia non osservata». Per lo spesometro viene previsto uno slittamento delle scadenze e lo split payment che consente alla Pa di trattenere direttamente l’Iva, verrà abolito solo per i professionisti e resta in vigore per le imprese.
CONTRO L’AZZARDOPATIA. Sulla pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro scatta il divieto totale, con pesanti sanzioni a carico di tutti i contravventori pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità ed un minino di 50 mila euro (che salgono a 100/500mila se rivolta a minori). Ad accertare le violazioni e a comminare le sanzioni sarà l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), mentre è previsto che gli incassi vadano a finanziare il fondo per il contrasto al giOco d’azzardo patologico. Il nuovo divieto si applica, dalla data di entrata in vigore del decreto, a «qualsiasi forma di pubblicità, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse manifestazioni sportive, culturali o artistiche, trasmissioni televisive o radiofoniche, stampa quotidiana e periodica, pubblicazioni in genere, affissioni e internet», mentre dal 2019 varrà anche per «le sponsorizzazioni e tutte le forme di comunicazione». Sono esclusi i contratti in essere, le lotterie nazionali a estrazione differita, a partire dalla Lotteria Italia, ed i «loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli».