Si è discusso di immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca dei beni mafiosi e Libia nel breve colloquio tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Nessun riferimento alla magistratura», filtra dal Palazzo. A differenza di quanto dichiarato inizialmente dal titolare del Viminale che dopo la pubblicazione delle motivazioni con cui la Cassazione ha confermato la sentenza della Procura di Genova nell’ambito del processo per truffa ai danni dello Stato, ai tempi della gestione Bossi-Belsito, aveva chiesto di poter affrontare la questione con Mattarella. Richiesta rigettata dal Colle. Il leader della Lega parla, comunque, di un incontro «utile, positivo e costruttivo» con il presidente Mattarella. Il Quirinale definisce «molto cordiale» il faccia a faccia che si è svolto nello studio del presidente.
I TEMI DELL’INCONTRO. A stare ai toni delle dichiarazioni rilasciate subito dopo il colloquio tra Mattarella e Salvini le polemiche sarebbero archiviate. Ma saranno le prossime ore, anche alla luce del successivo incontro fra il ministro dell’Interno e il premier Conte sul nodo migranti, in vista del vertice Nato e della riunione dei ministri dell’Interno Ue a Innsbruck, a chiarire se può reggere davvero la tregua fra Salvini e il Quirinale. È stato anche trattato, durante il confronto, “l’affare-porti” con i dubbi del Colle sulla strategia del capo del Viminale che vuol chiuderli anche alle navi militari. «Sono tanti i fronti che abbiamo aperto – assicura il ministro dell’Interno – e stiamo affrontando in chiave diversa rispetto al passato». Nella lista di Salvini un lungo elenco di temi: dalla lotta al terrorismo alla confisca dei beni mafiosi, dalla sicurezza dei cittadini ai rapporti con la Libia. Dal colloquio, per esplicita decisione di Mattarella, sono stati tagliati fuori «riferimenti e valutazioni sull’azione della magistratura». Ma Salvini cerca di bypassare il veto parlando delle ricadute politiche che potrebbe avere la sentenza della Cassazione sui fondi della Lega: «Non chiedo un suo intervento sui giudici ma se vengono sequestrati i conti correnti della Lega, così come stabilito dalla Cassazione che chiede indietro addirittura 49 milioni, non potremmo di fatto più fare politica».