La piaga delle “morti bianche”, i decessi sul luogo di lavoro, continua ad essere di drammatica attualità in Italia. Le circostanze sono, se possibile, ancora più drammatiche se si pensa che l’ultima vittima, il 37enne Luca Savio, era stata assunta per appena sei giorni lavorativi e aveva a carico una moglie ed un figlio in tenerissima età. Pesano ancora una volta le poche tutele sul luogo di lavoro e la poca formazione in termini di sicurezza.
LA QUESTIONE SICUREZZA. Le indagini che tenderanno ad accertare le reali responsabilità intorno a questa vicenda non si sono ancora concluse, tuttavia i sindacati di settore non hanno risparmiato dichiarazioni molto dure all’indirizzo delle imprese che vi operano. In particolare la Cgil ha chiesto punizioni esemplari per le aziende che non rispettano le normative sulla sicurezza sul posto di lavoro ed ha rilanciato la proposta di consorziare le piccole e medie imprese del settore edile al fine di aumentare la qualità delle garanzie a vantaggio del lavoratore. «È indice di fallimento di tutta la nostra comunità», ha commentato il sindacato della Camusso e anche il sindaco Francesco De Pasquale (M5s) gli ha fatto eco: «Quello che sta pagando il mondo del marmo in termini di vite umane è un prezzo troppo alto, insostenibile per qualsiasi città che si voglia definire civile».
UNA SCIA DI SANGUE. La morte del giovane Luca Savio ha scosso la comunità carrarese e si inserisce in un filone di morti bianche particolarmente nutrito sia per la Regione Toscana (18 da inizio gennaio) che per il settore delle cave. Savio sarebbe morto mentre stava movimentando il lastrone che gli è poi franato addosso senza lasciargli scampo. Altro punto oggetto del dibattito è chiaramente l’esigua durata del contratto offerto al giovane nella disperata necessità di lavoro. «Mentre il dibattito politico ruota intorno all’estensione dei voucher, dovremmo domandarci se questo lavoratore, con un contratto di pochi giorni, abbia ricevuto la corretta formazione sulla sicurezza nel lavoro oppure se questa formula e la conseguente precarietà non sia all’origine dell’infortunio mortale», afferma amaramente il segretario della Cgil Toscana con delega alla sicurezza nei luoghi di lavoro, Mauro Fuso. Sull’argomento si è espresso anche il presidente della Cei Gualtiero Bassetti: «Purtroppo, nonostante le grandi grida e le grandi promesse, io stesso ho constatato che in certi ambienti di lavoro, perché le giro le fabbriche, e prima le giravo ancora di più, spesso mancano gli elementi essenziali della garanzia – dice il capo dei vescovi –. Raccomandiamo veramente che tutti i sistemi di sicurezza che sono necessari vengano rigorosamente applicati».
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TRE MORTI AL GIORNO. I numeri sulla sicurezza in ambito lavorativo del 2017 sono poco confortanti ed in controtendenza rispetto ai timidi miglioramenti degli anni precedenti. Gli incidenti sono aumentati dell’1,3% e le morti del 5,2%. Tre morti sul lavoro al giorno è il bilancio che ci siamo lasciati alle spalle lo scorso anno, una strage che impone di interrogarsi sulla correlazione esistente tra l’aumento degli infortuni e delle morti e la ripresa in termini di crescita economica. L’Italia torna a crescere ma qual è la qualità di questa crescita e del lavoro che essa produce? Non tutti gli infortunati o le famiglie dei morti hanno inoltre diritto al risarcimento. Bisogna dimostrare che l’infortunio è legato al lavoro svolto e soprattutto che il lavoratore fosse iscritto all’Inail. Condizioni che spesso non sono rispettate dalle imprese che eludono o aggirano le normative. Un altro tassello significativo lo aggiunge la stessa Inail facendo rientrare l’elevata età anagrafica dei lavoratori nei settori usuranti tra i motivi di criticità nel panorama della sicurezza sul lavoro. «Uno di questi motivi è l’età sempre più avanzata dei lavoratori, per via delle riforme pensionistiche: i riflessi e la lucidità diminuiscono, i rischi aumentano. Bisognerebbe ripensare all’organizzazione del lavoro nelle imprese, con regole nuove». Lavoro e sicurezza rimangono dunque un binomio che non ha trovato ancora piena applicazione in un ambito dalle tante zone grigie.