Alcuni genitori rivendicano con forza la loro libertà di scegliere di non vaccinare i propri figli. Altri invocano di far rispettare il diritto alla salute per quei bambini che a causa di altre patologie non possono essere protetti dal vaccino. Nel frattempo, sale il numero dei bambini in età scolastica non vaccinati. E se secondo alcune statistiche sono in aumentano i casi di bambini contagiati da malattie che la vaccinazione avrebbe evitato, dall’altro i genitori no vax prendono come riferimento soltanto i casi dei bambini “danneggiati” dai vaccini. Una guerra che si combatte a suon di numeri, non sempre esatti però. Il Tribunale di Modena ha emesso un decreto di condanna al pagamento di 400 euro nei confronti di un’attivista no-vax. Alla donna, Magda Piacentini, si contesta il reato di «procurato allarme» per aver commissionato una serie di manifesti riportanti informazioni false: «Non speculate sui bambini, vogliamo la verità sui vaccini: 21.658 danneggiati nel triennio 2014-16 secondo i dati Aifa». Peccato che i dati Aifa in questione fossero riferiti alle segnalazioni di casi sospetti e non a danneggiamenti verificati. La sentenza è destinata a lasciare il segno, perché si tratta della prima condanna per fake news relative alle vaccinazioni.
MULTA AI NO VAX. I fatti risalgono allo scorso febbraio quando a Modena sono comparsi alcuni manifesti 3×6 commissionati dalla donna nell’ambito di una campagna contro i vaccini promossa dalle associazioni “Riprendiamoci il pianeta-Movimento di resistenza umana” e “Genitori del No Emilia Romagna”. I dati riportati sui manifesti, e attribuiti all’Agenzia italiana del farmaco, tuttavia non erano corretti. A segnalarlo era stata l’Ausl di Modena, che aveva diramato una comunicazione, e successivamente presentato un esposto, per denunciare che quei numeri non si riferivano ai bambini che avevano subito danni dai vaccini, ma al totale delle segnalazioni sospette. «Si tratta di contenuti ampiamente dimostrati falsi e artefatti, la cui diffusione rappresenta un pericolo per la salute delle nostre comunità», aveva sottolineato l’azienda. Erano partite subito le correzioni e le giustificazioni a mezzo social («Ci siamo resi conto di avere scritto una inesattezza nel nostro manifesto che stiamo correggendo»), ma non sono servite a bloccare la querela dell’Ausl in quanto «la diffusione di tali contenuti fa leva su false informazioni in grado di disorientare immotivatamente i cittadini». È seguita anche la condanna perché a detta del gip di Modena, Paola Losavio, ormai l’errore scaturito dalla divulgazione dalla falsa notizia era già stato commesso ed era irreparabile.
LEGGI ANCHE: Vaccini obbligatori: scontro tra Salvini e il ministro Grillo
I DATI DELL’AIFA. Nei giorni scorsi, l’Aifa, agenzia italiana del farmaco, ha reso noti i dati della farmacovigilanza del 2017, basati sulle segnalazioni ricevute da operatori sanitari e cittadini, dai quali è emerso che sono aumentate le segnalazioni di eventi avversi provocati dai vaccini ma nell’80% dei casi sono «non gravi». «Con il Rapporto 2017 Aifa prosegue nell’operazione di trasparenza già avviata fornendo dati e analisi rigorose da cui emerge ancora una volta che i vaccini sono tra i medicinali più controllati e sicuri. Dalla valutazione delle segnalazioni – afferma il direttore generale, Mario Melazzini – non emergono infatti problematiche di sicurezza che possano modificare il rapporto beneficio rischio dei vaccini utilizzati». Secondo Melazzini «le segnalazioni prese in esame riguardano, nella maggior parte dei casi, reazioni note, non gravi, e comunque incluse tra i possibili effetti indesiderati dei fogli illustrativi di ciascun prodotto». Le più frequentemente descritte sono state: febbre, reazioni locali, reazioni cutanee generalizzate. «Meno comuni sono risultate le reazioni avverse agitazione, irritabilità, condizioni allergiche, vomito, dolore, pianto e cefalea, in genere riportate nel foglio illustrativo del prodotto». I dati ovviamente riguardano tutti i vaccini e tutte le età, quindi anche gli anziani che hanno avuto problemi, ad esempio, con l’anti influenzale. «Le segnalazioni di sospette reazioni avverse considerate gravi sono state rare e nella maggior parte dei casi sono risultate a carattere transitorio, con risoluzione completa dell’evento segnalato e non correlabili alla vaccinazione. Una reazione è grave quando c’è un ricovero o comunque un evento clinicamente rilevante, a prescindere dalle conseguenze per il paziente, e la mancata efficacia del vaccino. Aifa ha analizzato anche 10 casi di morte successiva alla vaccinazione che sono stati segnalati (in 4 casi fanno riferimento a eventi avvenuti negli anni scorsi). Otto di questi sono stati classificati come “non correlabili” perché dopo l’indagine epidemiologica si esclude che la vaccinazione abbia avuto qualcosa a che fare con i decessi. Due sono “indeterminati”, perché mancano dati fondamentali per esprimersi, ad esempio un’autopsia».