Il Governo Conte non ha nulla da temere. Cinquanta giorni dopo la nascita continua a crescere la fiducia degli italiani nel governo a trazione Lega-M5s. Stando agli ultimi sondaggi di Ipsos, diffusi dall’Ansa, l’esecutivo raccoglie il 63% di valutazioni positive contro il 28% di critici, e con un indice di gradimento di 69 punti (+1). Anche il premier Giuseppe Conte ottiene un giudizio positivo da parte del 60 per cento del campione intervistato e il suo indice di gradimento sale a quota 70 (+2). Se nei primi tempi l’agenda politica è stata monopolizzata dalla questione migranti e dalle relative trattative del ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’Ue, più di recente il focus si è spostato sui provvedimenti di natura economica all’esame di governo e parlamento, a cominciare dal decreto dignità promosso dal titolare del Mise Luigi Di Maio. Probabilmente sarà stato anche questo a determinare il controsorpasso del M5s sulla Lega: con il 31,6% dei consensi i pentastellati avanzano di quasi un punto percentuale.
LE INTENZIONI DI VOTO. La Lega torna al secondo posto dopo l’exploit degli ultimi mesi: il Carroccio, in calo dell’1,3%, si conferma comunque sopra la soglia del 30%, nello specifico, se si tornasse alle urne il partito di Salvini incasserebbe il 30,9% dei voti. In calo tutti gli altri partiti tranne Fratelli d’Italia (al 3,2, +0,6) e Liberi e Uguali (2,4, +0,4), con il Pd che si attesta al 17 (-0,8) e Forza Italia al 7,5 (-0,1). La rilevazione Ipsos si riferisce a individui residenti in Italia di 18 anni e oltre (fonte Istat 2017), utilizzando un campione stratificato e casuale, selezionato in base a quote per sesso, età, titolo di studio, area geografica di residenza e comune di residenza.
CONTE COME RENZI? Lo stesso gradimento lo ebbe il governo Renzi, almeno all’inizio della sua esistenza. Quell’esecutivo fu infatti investito da una fiducia del 69 per cento, un picco di gradimento toccato alla fine della primavera, non a caso nelle stesse settimane in cui uscì fuori anche il 41 per cento alle Europee. Ma quei numeri – sia quelli dei sondaggi sia quelli delle urne – si sgonfiarono mese dopo mese, finché dal 69 l’indice di sostegno al governo crollò al 39 soltanto un anno dopo. Il governo Conte stia attento a non finire come il predecessore.