L’ingresso del nuovo operatore Iliad ha portato scompiglio nel mercato italiano delle telecomunicazioni. Poche settimane e le “vecchie” compagnie telefoniche hanno dichiarato guerra al nemico francese. Nuove promozioni, tariffe al ribasso, spot ingannevoli con l’unico obiettivo di accaparrarsi più clienti possibile. E dalla concorrenza sul mercato alle dispute nelle aule di tribunale il passo è breve. L’operatore francese, insieme a Fastweb, ha denunciato la dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria Vodafone, sostenendo che lo spot con la cantante Baby K e il suo tormentone “Da zero a cento” costituisse una pubblicità ingannevole.
LA SENTENZA. Il Giurì dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha accolto le rimostranze di Iliad e Fastweb, sentenziando che la campagna pubblicitaria è in contrasto con l’art. 2 del Codice di Autodisciplina e pertanto, ne ha ordinato l’immediata sospensione dei passaggi televisivi. «Nasce Vodafone Unlimited, Giga Illimitati sulla app che ami di più: social unilimited, chat unlimited, mappe unlimited, musica unlimited. Un’estate senza limiti sulla rete senza limiti» recitava lo slogan sulle note del tormentone estivo “Da zero a cento”. Nella pubblicità però, già passata sia sui canali tv che sul web, non venivano comunicati al consumatore i costi di attivazione e quelli extra nel caso si fosse oltrepassata la soglia. La parola “unlimited”, ripetuta più volte nello spot della Vodafone, sarebbe ingannevole poiché non tutti i contenuti fruibili nei social sono inclusi. Se infatti la condivisione sui social non consuma Giga, quando si apre un link se ne consumano eccome. Quando si apre un contenuto condiviso, restando a esempio all’interno di Facebook, i dati vengono consumati perché Vodafone considera quella parte normale navigazione web.
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EFFETTO ILIAD. Vodafone dice così addio a Baby K e allo spot più ballerino dell’estate. Lo sgambetto subito, però, altro non è che una vendetta, servita a stretto giro, dopo che la stessa Vodafone, in società con Tim, aveva denunciato e fatto sospendere lo spot di lancio della nuova compagnia low cost, rea di aver offerto «messaggi pubblicitari ingannevoli e promesse impossibili da mantenere». Il Gran Giurì solo pochi giorni fa aveva dato ragione alle due superpotenze sentenziando che, nella pubblicità, Iliad non aveva indicato in modo corretto i costi di attivazione e i limiti di utilizzo dati in Europa. La “guerra” era iniziata nei mesi scorsi con l’annuncio di ho. mobile, l’operatore virtuale targato Vodafone e buttato nel mercato come freno alle offerte pazze della compagnia francese, e continua in campo aperto a suon di campagne pubblicitarie.