Tagliare le pensioni ai ricchi per darle ai poveri. Non è l’ultimo capitolo della saga di Robin Hood, ma la proposta di legge presentata alla Camera dai capigruppo del Movimento 5 Stelle e della Lega poco prima della pausa estiva. Un taglio alle pensioni superiori agli 80 mila euro lordi annui, circa 4 mila euro netti mensili, per finanziare l’innalzamento delle pensioni minime dagli attuali 450 euro fino a 780 euro. «Tra poco le pensioni d’oro senza i contributi versati saranno solo un ricordo». Con un post su Facebook il vicepremier, Luigi Di Maio, è tornato a difendere, dopo un articolo apparso su Repubblica, il taglio delle pensioni d’oro: una misura di «equità» che punta a eliminare «circa 200mila privilegi».
METODO CONTRIBUTIVO. «L’Inps sta ricostruendo la storia contributiva di tutti coloro che hanno una pensione superiore a 4.000 euro: quelli che prendono più di quanto hanno versato, una volta individuati, avranno un taglio pari a quello che prendono in più. Prenderanno quello che hanno versato. Come tutti». Di Maio insiste sul ricalcolo contributivo alla base del provvedimento ma la bozza che circola solleva dubbi tra chi intravede invece un taglio lineare permanente. Il vicepremier precisa: «Al contrario del contributo di solidarietà che è fissato dalla legge in modo secco e uguale per tutti nelle percentuali, e già giudicato incostituzionale, il nostro ricalcolo si basa su un calcolo oggettivo ed un principio: quanto i pensionati dovrebbero prendere di pensione in base ai loro contributi versati. Semplicemente equità. Mettete il caso del signor Bianchi e del signor Rossi, entrambi prendono 5.000 euro di pensione. Il signor Rossi ha versato effettivamente contributi per 5.000, il signor Bianchi ne ha versato solo per 4.000. Con la nostra legge il signor Rossi continuerà a prenderne 5.000, mentre il signor Bianchi inizierà a percepirne 4.000, ossia quello che ha versato».
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CHI VIENE COLPITO DAL PROVVEDIMENTO. Il progetto di legge “Disposizioni per favorire l’equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori a 4.000 euro mensili” depositato alla Camera dal capogruppo di M5s, Francesco D’Uva, e dal capogruppo della Lega, Francesco Molinari, punta a colpire tutte le pensioni uguali o superiori agli 80 mila euro lordi all’anno, circa 4 mila euro netti al mese. Da queste sono comunque escluse le pensioni di invalidità e reversibilità e gli assegni per le vittime del dovere e delle stragi. La norma include poi una clausola di salvaguardia che prevede che in ogni caso, a seguito di una riduzione, non si possa mai scendere sotto la soglia degli 80 mila euro l’anno. L’Inps stima che saranno tra 158.000 e 188.000 i pensionati colpiti dal provvedimento: «Circa 200.000 privilegi eliminati – ha scritto Di Maio su Facebook -. Sarà un gran risultato per ristabilire l’equità sociale».