Dopo 8 anni di crisi, la Grecia esce ufficialmente dal terzo programma di salvataggio. È terminato, infatti, anche l’ultimo programma di aiuti, il terzo, approvato nell’agosto del 2015, che consisteva in un prestito da 86 miliardi di euro da erogare in cambio dell’approvazione di una serie di misure di austerità da parte del governo. Dopo Portogallo, Irlanda, Spagna e Cipro, è l’ultimo Paese dell’Unione Europea a lasciare la tutela della cosiddetta “troika” (Unione europea, Bce e Fondo Monetario internazionale) tornando a finanziarsi da sola sui mercati internazionali. «La conclusione del programma di stabilità segna un momento importante per la Grecia e per l’Europa – ha detto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker – i greci cominciano ora un nuovo capitolo».
OTTO ANNI DI CRISI. Nei tre piani di aiuto – del 2010, 2012 e 2015 – la Grecia ha ricevuto circa 289 miliardi di euro di prestiti. Ma le riforme e l’austerità chieste in cambio dall’Ue hanno impoverito il Paese che ha un debito di 320 miliardi di euro, pari al 180% del Pil. In otto anni è evaporato un quarto del prodotto interno lordo greco e la disoccupazione è salita fino al 27,5% in media (quella giovanile ha sfiorato il 60%) nel 2013, prima di ridiscendere intorno al 20% quest’anno, contro una media dell’8,3% nella zona euro. «Ci sono state decisioni imperfette, chiamiamoli anche degli errori, nei confronti della Grecia da parte delle istituzioni europee e internazionali che hanno pesato sui cittadini greci, ma i risultati odierni che hanno portato il Paese fuori dalla crisi dimostrano che gli sforzi fatti pagano», ha detto il commissario Ue agli affari economici. Pierre Moscovici. «L’Ue continuerà a lavorare con voi e per voi – ha aggiunto il commissario- È stata la crisi a creare l’austerità, è un dato di fatto. Con la fine del programma di aiuti da oggi in poi la Grecia sarà trattata come ogni altro stato membro dell’eurozona».
COSA SUCCEDE ADESSO? La Grecia resterà comunque soggetta a un monitoraggio trimestrale e si è impegnata a raggiungere una serie di obiettivi di bilancio: un avanzo primario del 3,5% fino al 2022 e poi del 2,2% fino al 2060. A fine giugno, per facilitare il ritorno all’autonomia del Paese e per rassicurare gli investitori internazionali, i ministri delle Finanze dell’eurozona avevano raggiunto un accordo per alleggerire il debito della Grecia: un rinvio di dieci anni e un nuovo prestito da 15 miliardi di euro per garantire l’autosufficienza nei prossimi due anni. Per il governatore della Banca centrale ellenica, Yannis Stournaras, la Grecia ha ancora «molta strada da fare» per rettificare gli squilibri della propria economia e il funzionamento della pubblica amministrazione. Che la situazione sia ancora particolarmente delicata, lo sottolinea anche la stampa ellenica. Emblematico, in questo senso, il titolo che il quotidiano Ta Nea ha scelto per ricordare la fine del controllo della “troika”: «21 agosto, ora zero. Il salvataggio è finito, l’incubo continua».