Alle elezioni europee mancano ancora nove mesi ma appare già chiaro che la partita si giocherà tra progressisti e nazionalisti. Tra chi continua a credere ancora nelle potenzialità dell’Unione e chi invece auspica un ritorno alla sovranità nazionale. Da quale parte soffi il vento, in questo momento storico, appare del tutto evidente. Eppure il capo di Stato francese, Emmanuel Macron, ha raccolto la sfida che gli è stata lanciata qualche giorno fa dal vicepremier italiano Matteo Salvini e dal premier ungherese Viktor Orbán. I due, martedì a Milano, lo avevano indicato come il loro maggiore avversario.
LA TATTICA DI MACRON. Con un consenso interno in forte calo, Macron sembra orientato a ripetere, su scala europea, lo stesso copione della campagna elettorale che due anni fa lo portò all’Eliseo. Niente più contrapposizione tra destra e sinistra, posizioni che vengono ormai considerate superate, ma uno scontro ideologico tra anti-europeisti e filo-europeisti. Salvini e Orbán fanno parte del primo schieramento, lui si candida a diventare il leader del secondo. «Non cederò di un passo ai nazionalisti e a coloro che propagandano un discorso di odio. Se hanno voluto vedere nella mia persona il loro oppositore principale, hanno ragione», ha dichiarato Macron risposta al leader italiano e a quello ungherese. «Se ritengono che in Francia ci sia il nemico del nazionalismo, della politica dell’odio, dell’Europa che deve pagare quel che ci fa comodo senza imporre alcuna forma di responsabilità e di solidarietà, hanno ragione».
LA QUESTIONE MIGRANTI. Come è noto, terreno di scontro è la questione dei migranti. Macron affila le armi: «Nei prossimi giorni e mesi dovremo prendere decisioni di fondo per affrontare il tema dell’immigrazione. Questo presuppone serietà e spirito di responsabilità, restando legati ai nostri valori come il diritto di asilo. Non è quello che propongono Orbán e Salvini». Il Consiglio europeo del prossimo 20 settembre a Salisburgo sarà il primo terreno di scontro. Macron è alla ricerca di alleati per allargare il fronte degli anti-sovranisti e vanno viste proprio in quest’ottica le sue recenti visite in Finlandia e Danimarca. Il capo di Stato francese, intanto, ha rincarato la dose: « Dicono che tutti i problemi vengono dall’Europa: un ponte crolla? È colpa dell’Europa. Siete preoccupati perché ci sono immigrazioni dall’Africa? È colpa dell’Europa. Questi non sono quelli che vengono chiamati populisti, sono i demagoghi”.
LEGGI ANCHE: Diciotti, l’indagine su Salvini: cosa farà il Tribunale dei ministri?
LA RISPOSTA DI SALVINI. « Da inizio 2017 ad oggi la Francia del “bravo Macron” ha respinto più di 48mila immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini », ha replicato il vicepremier Matteo Salvini, che ha aggiunto: «Sarebbe questa l’Europa ‘accogliente e solidale’ di cui parlano Macron e i buonisti? Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l’ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere. L’Italia non è più il campo profughi d’Europa, la pacchia per scafisti e buonisti è finita!».