L’acufene è un sintomo invalidante che colpisce dieci persone su cento. Due su cento lo descrivono come una tortura insopportabile che incide negativamente sulla qualità della vita. Si tratta della percezione di una sensazione uditiva anomala in assenza di stimoli esterni: un sibilo, un ronzio, un fischio localizzato in uno o in entrambi gli orecchi, al centro della testa o nella testa. L’origine è complessa. Coinvolge infatti il sistema uditivo periferico, le vie uditive centrali e le aree cerebrali destinate all’elaborazione delle emozioni e dell’attenzione. La dottoressa Daria Caminiti, otorinolaringoiatra del CSA, e B2Pharma, un’azienda farmaceutica siciliana impegnata nella ricerca scientifica in ambito neurologico e vascolare, hanno deciso di contribuire a migliorare la qualità di vita dei pazienti acufenici con uno studio sugli effetti di un nucleotide, con azione neurotrofica e neuroprotettiva.
LA RICERCA. I nucleotidi sono unità ripetitive degli acidi nucleici, Dna e Rna. In particolare, lo studio di B2Pharma e del CSA servirà a valutare nei pazienti acufenici gli effetti di un nucleotide che si trova nell’Rna: l’uridina monofosfato. L’acido ribonucleico (Rna) aiuta ad agevolare la traslazione delle proteine verso le sinapsi neuronali: motivo per il quale si è deciso di intraprendere questo studio scientifico nei pazienti che soffrono di acufene. L’uridina si trova in alcuni cibi tra cui broccoli, lievito, pomodori e zucchero di canna e viene anche prodotta in piccole quantità dal fegato. Se associata a lipidi e a gruppi di fosfati agisce potenziando i propri effetti. Dopo la somministrazione orale l’uridinia monofosfato viene generalmente assorbita dal tratto gastrointestinale e supera la barriera ematoencefalica. Grazie alla sua azione neurotrofica, l’uridina favorisce la formazione delle membrane neuronali e la riparazione dei nervi. L’associazione dell’uridina con L-Acetilcarnetina e Acido Alfa-Lipoico, molecole con comprovata azione antiossidante e neuroprotettiva, mostra un forte effetto sinergico nella rigenerazione delle fibre nervose danneggiate.
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OBIETTIVI. Il programma terapeutico nei pazienti acufenici va individualizzato per le esigenze del singolo paziente. Il CSA, in collaborazione B2Pharma, è in grado di mettere a punto e personalizzare innovativi protocolli riabilitativi rivolti a modificare attivamente la “reazione” del soggetto alla presenza dell’acufene e a ridurre l’intensità del disturbo aumentandone la tollerabilità. L’uridina monofosfato, in questo caso, può risultare molto efficace nella formazione di sinapsi e neuriti formati da membrane neuronali, influenzando quindi la plasticità sinaptica e consequenzialmente la trasmissione dello stimolo nervoso. Nella rubrica “Medicina e Salute” vi terremo costantemente aggiornati riguardo teorie, meccanismi fisiopatologici e risultati ottenuti da questo studio scientifico.