Era da gennaio 2012 che il tasso di disoccupazione in Italia non scendeva sotto al 10%. I dati di agosto dell’Istat mostrano un’inversione di tendenza: la percentuale degli italiani senza lavoro è scesa al 9,7% con un calo di 0,4 punti percentuali su luglio e 1,6 punti su agosto 2017. Dopo il calo dei due mesi precedenti, l’occupazione ad agosto è tornata a crescere (+0,3% su base mensile, pari a +69 mila unità) e con essa è aumentato anche il numero dei lavoratori a termine. Il Pd prova ad intestarsi il risultato positivo: «Quindi il Jobs act – twitta Renzi – ha portato per la prima volta dopo anni la disoccupazione sotto il 10%. Siamo partiti dal 13,2% e adesso siamo al 9,7%». Ma secondo Confesercenti si tratta dei primi effetti del decreto Dignità voluto dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.
Quindi il #JobsAct ha portato per la prima volta dopo anni la disoccupazione sotto il 10%. Siamo partiti dal 13.2% e adesso siamo al 9.7%. Ora vedremo che succede appena Di Maio abolisce la povertà #Istat
— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 1, 2018
RECORD DEL LAVORO A TERMINE. Nel mese di agosto, rileva l’Istat, gli occupati a tempo determinato erano 3.143.000 con una crescita di 45.000 unità (+1,5%) su luglio e di 351.000 unità (+12,6%) su agosto 2017. Una crescita “falsata” dalla «la corsa al rinnovo e alla proroga» innescata dall’approvazione del dl Dignità, pubblicato a luglio con la previsione di un periodo di transizione fino al 31 ottobre per i contratti già esistenti. «Le imprese – spiega Confesercenti – stanno cercando, nei limiti del possibile, di rinnovare e prorogare il maggior numero di contratti a termine prima della scadenza del periodo transitorio previsto dal decreto dignità. Per questo, riteniamo probabile che il numero di lavoratori a tempo determinato proseguano a ritmi sostenuti anche nei mesi di settembre ed ottobre». Questo perché il decreto Dignità stabilisce delle regole più restrittive per il rinnovo, prevedendo anche un aumento dei costi. «Così non si crea occupazione: si rischia di ridurla – continua la nota di Confesercenti -. E la reintroduzione delle causali, per altro molto poco articolate e quindi di difficile utilizzo, rischia di portare ad un ritorno dei contenziosi. Un freno che non mancherà di far sentire i suoi effetti sull’occupazione».
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AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE. L’aumento degli occupati rilevato su base mensile è equamente diviso tra occupati a termine (+34 mila) e stabili (+ 50mila), mentre se lo sia analizza per fasce di età si nota il netto aumento della fascia over 50 (+42 mila), risultato ormai consolidato del mix tra componente demografica ed effetto delle riforme pensionistiche, della fascia 35-49 (+34 mila) e solo più lievemente di quella 25-34 anni (+ 6 mila). In calo invece il numero degli occupati tra i giovani (-13 mila). La disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, ad agosto è cresciuta 0,2 punti percentuali, attestandosi al 31%.