Ieri parole di disapprovazione, oggi di distensione. Mario Draghi parla da Bali, dove il Fondo monetario internazionale riunisce economisti, ministri e governatori delle banche centrali molti dei quali si interrogano sulla manovra economica in allestimento a Roma. C’è chi solleva dubbi, chi professa ottimismo e chi teme un effetto contagio. «Bisogna aspettare per dare una valutazione complessiva sulla legge di bilancio – afferma il presidente della Bce – aspettiamo di vedere la versione definitiva. Tutte le parti devono abbassare i toni, non solo l’Italia. Non è la prima volta che c’è stata una deviazione delle regole stabilite dall’Europa». Mario Draghi chiede calma: «Sono fiducioso che tutte le parti trovino un compromesso».
LE PAROLE DI DRAGHI. Lo scontro tra governo italiano e Unione Europea su manovra basata su un aumento del deficit, con una inversione sugli impegni precedenti, ha causato problemi pratici. «Un’espansione del bilancio in un Paese ad alto debito diventa molto più complicata se la gente comincia a mettere in dubbio l’euro – sottolinea Draghi –. Questo dibattito ha creato danni reali e ci sono molte prove che lo spread è cresciuto in seguito a queste dichiarazioni». Il risultato è che famiglie e imprese «pagano maggiori tassi di interesse sui prestiti». Draghi respinge le accuse di rialzo dello spread sui titoli di Stato italiani per la fine degli acquisti entro fine anno. I mercati, secondo il presidente della Bce, non hanno reagito all’annuncio della fine del quantitative easing già dato a giugno: «Quello che accade oggi è legato all’Italia e quindi non c’è contagio in atto, è una questione locale».
LEGGI ANCHE: Def, la Commissione europea esprime «seria preoccupazione»
SCURE DELLA TROIKA. Fondo monetario, Bce, Unione europea si erano mossi all’unisono con le loro raccomandazioni all’Italia. Il primo attacco è arrivato proprio dal Fmi che ha definito la direzione presa dall’Italia “opposta” a quella suggerita. Paul Thomsen, capo del dipartimento europeo del Fmi, ha lanciato un esplicito avvertimento al governo italiano: «Non è il momento di allentare le politiche di bilancio». Il presidente della Bce, senza nominare direttamente l’Italia, aveva ricordato che «è fondamentale aderire al Patto di stabilità e di crescita per quei Paesi che presentano un debito elevato». Un richiamo reso ancora più esplicito da Jean Claude Juncker, secondo cui l’Italia «non ha mantenuto la parola data». Dichiarazioni che si sommano alle tensioni fra Roma e Bruxelles sui contenuti della «manovra del popolo» che sarà presentata alla Commissione entro il 15 ottobre. L’agenzia Reuters, citando cinque fonti vicine alla Bce, nei giorni scorsi scriveva che «la Banca Centrale Europea non potrà soccorrere l’Italia in caso di crisi di liquidità del governo e delle banche a meno che Roma non entri in un piano di salvataggio della Ue». Le fonti sottolineavano che «le regole Ue consentono alla Bce di aiutare un Paese soltanto nel quadro di un programma di salvataggio europeo» e che «aggirare tali norme minerebbe la credibilità della stessa Bce».