La colpa dell’Italia sarebbe quella di far crescere il debito pubblico per finanziare i provvedimenti promessi in campagna elettorale (come il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni) e non per stimolare la crescita economica. L’Ue contesta, inoltre, al governo italiano di non aver rispettato gli impegni europei del Patto di Stabilità. E ancora un disimpegno plateale nel risanamento delle sue finanze. Queste le motivazioni alla base della decisione della Commissione europea di respingere la manovra italiana. Si tratta di «una mossa senza precedenti» ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al termine della riunione dell’esecutivo europeo a Strasburgo. «È la prima volta che la Commissione – ha aggiunto – è costretta a chiedere a un Paese dell’Eurozona di rivedere la proposta di manovra finanziaria. Non vediamo alternativa se non quella di chiedere al Governo italiano la revisione della programmazione».
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L’INCOGNITA DEL DEBITO. La preoccupazione principale della Commissione riguarda il deficit strutturale, che mesi fa il governo si era impegnato a ridurre dello 0,6% nel corso del 2019. Secondo i calcoli della Commissione, però, la nuova manovra lo aumenterà dello 0,8%. Finora l’Italia ha sempre perseguito la riduzione del suo enorme debito, sia pure come obiettivo di medio termine. Le manovre italiane, insomma, tracciavano la strada per ridimensionare gradualmente un debito che è pari al 130% della ricchezza nazionale. Ora questo impegno al taglio del debito viene a mancare. Già nel 2017, l’Europa lamentava che il debito italiano fosse troppo lontano dal tetto ammesso del 60% rispetto al Pil. Ma considerava “fattore rilevante” la volontà di sforbiciare progressivamente il debito. Una volontà che rispettava gli impegni europei del Patto di Stabilità. «Curare il debito con più debito a un certo punto porta il debito ad essere insostenibile», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.
LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ. Prima ancora di presentare un progetto di bilancio all’esame delle autorità europee, la manovra di un qualsiasi governo ha bisogno di un bollino di garanzia: il governo deve ottenere l’approvazione di un “ente indipendente” nazionale secondo quanto previsto dal Regolamento Ue numero 473 del 2013 (al comma 4 dell’articolo 4). Il governo Conte ha saltato questo passaggio obbligatorio. E anche quando il nostro Ufficio Parlamentare di Bilancio ha bocciato la manovra proprio in ragione delle sue credenziali di autonomia, il governo gialloverde ha fatto finta di non sentire. Ne consegue che la manovra italiana manca adesso di una certificazione di qualità. Un’altra cosa che la Commissione europea contesta. Ma l’Italia ha ancora tempo per recuperare. Il governo italiano ha tre settimane per presentare una nuova bozza del Documento Programmatico di Bilancio, che anticipa le linee guida generali della manovra. Se non lo farà potrebbe essere aperta nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione che potrebbe determinare anche delle sanzioni economiche.