Billboard Music Awards 2014: Michael Jackson è sul palco. Seduto su una poltrona dorata, posa rilassata, aria ammiccante. Il pubblico è in delirio mentre si alza e scende le scale sulle note di “Slave to the Rhythm”. I ballerini lo seguono nella coreografia, perfettamente in sincrono con i suoi inconfondibili movimenti. Peccato che il “re del pop” sia morto dal 2009. Magia? Miracolo? No, semplicemente una realtà virtuale, quella realizzata grazie a degli ologrammi, una tecnica che permette di ricreare un’immagine precedentemente registrata attraverso un gioco di luci che ne riproduce la tridimensionalità. Una moda che si sta diffondendo nella musica live in particolare da quando, nel 2012, il rapper Tupac Shakur, morto nel 1996, si è esibito sul palco del festival di Coachella. La casa di produzione specializzata nella tecnica degli ologrammi Hologram Usa e il team di promozione di eventi Pulse Entertainment stanno cercando di lanciare questa tecnologia nel mondo dello spettacolo.
Nella contea Beverly Hills, a Los Angeles, esiste già da qualche tempo lo showroom della Hologram Usa dove è possibile assistere alle esibizioni di personaggi come Mariah Carey, Mick Jagger, Jimmy Kimmel, Janet Jackson o Frank Sinatra. Tra i “resuscitati” grazie a questo sistema figurano anche il pianista Liberace, Billie Holiday, Elvis Presley e Freddie Mercury.
IL “RITORNO” DI AMY WINEHOUSE. A Las Vegas agisce invece la Base Hologram, famosa per produrre alcuni degli show più grandiosi della città del vizio. Ed è a questa società di Sin City che la famiglia di Amy Winehouse ha dato il via libera affinché un ologramma della figlia possa andare in tour per il mondo a otto anni dalla tragica morte, il 23 luglio 2011. Una proiezione virtuale della cantante di “Back To Black” si “esibirà” sul palco grazie alla tecnologia digitale in un arrangiamento rimasterizzato dei suoi successi. Con lei, una band dal vivo, delle vocalist e scenografie teatrali. «Vederla esibirsi di nuovo è qualcosa di speciale che non può essere espresso a parole — ha detto il padre, Mitch, che ha dato il via libera anche alla realizzazione di un biopic sulla figlia —. La musica di nostra figlia ha toccato le vite di milioni di persone e significa tutto che la sua eredità continui in questo modo innovativo e all’avanguardia». Il tour raccoglierà denaro per l’Amy Winehouse Foundation che si occupa di educare i giovani sui pericoli di droghe e alcol, e aiuta quelli svantaggiati attraverso la musica.
L’ultima esibizione della cantante risale al 18 giugno 2011 quando partecipò al Tuborg Festival a Belgrado: in quell’occasione Amy si presentò biascicando le canzoni e dimenticandosi i nomi dei musicisti della sua band, tanto da essere costretta a cancellare il resto del tour europeo. Poco più di un mese dopo, venne ritrovata senza vita nella sua abitazione nel quartiere londinese di Camden. Nella sua breve carriera — due soli album che hanno però raggiunto le vette delle classifiche — ha vinto sei Grammy (di cui uno postumo), un Brit award e un Mobo award.
L’ologramma dell’artista inglese sarà protagonista di una serie di concerti che si terranno in tutto il mondo tra il 2019 e il 2021. Il tempo previsto per ciascuno spettacolo varia dai 75 ai 110 minuti, durante i quali l’immagine della cantante morta nel 2011 a 27 anni sarà proiettata davanti a una band che suonerà dal vivo. I musicisti accompagneranno la voce registrata di Amy, permettendo ancora una volta ai suoi tantissimi fan di ascoltare quel timbro inconfondibile, quella voce potente e profonda, come se non fosse mai andata via.
È il terzo progetto di questo tipo che la Base Hologram ha messo in campo: prima di lei, sono virtualmente tornati sul palcoscenico Roy Orbison e Maria Callas, mentre è in lavorazione uno spettacolo sullo stile Jurassic Park. Nel caso della cantante di “Rehab”, la difficoltà per la Base Hologram — ha spiegato Mitch Winehouse alla Reuters — sarà riprodurre esattamente lo stile della figlia. Orbison era abituato a stare fermo davanti al microfono quando si esibiva, mentre la cantante britannica ballava al ritmo della sua musica. L’immagine in 3D di Orbison è stata pensata infatti solo per inchinarsi davanti al pubblico in segno di ringraziamento e per dare cenni con la testa alla band, quella di Amy, invece, dovrebbe potersi spostare sul palco in maniera sinuosa.
IL MONDO BIZZARRO DI FRANK ZAPPA. I risvolti economici di questi show sono imponenti. Quella dell’ologramma è l’ultima trovata tecnologica dell’industria dell’eterno ritorno. In assenza di nuovi e carismatici divi che possano riempire stadi o palasport, si cerca di riesumare il cadavere. Avviene anche per Frank Zappa, che star non lo è stato, tutt’altro. Genio iconoclasta scomparso nel 1993, è stato protagonista di un suono che fu anche, se non soprattutto, controcultura ed è considerato uno dei maggiori compositori tout court del secolo scorso. Il progetto s’intitola “The Bizarre World of Frank Zappa Hologram Tour” e prenderà il via nel 2019. L’ologramma del musicista sarà affiancato sul palco dai suoi musicisti reali: Ray White, Mike Keneally, Scott Thunes, Robert Martin, Ed Mann e Joe Travers. Tra gli ospiti ci sarà anche Steve Vai.
«Sono eccitato che Frank possa tornare in tour suonando i suoi cavalli di battaglia insieme ad alcuni materiali rari e mai sentiti», commenta il figlio Ahmed: «Non stiamo nei panni attendendo di rivederlo sul palco con musicisti con cui amava esibirsi. Quanto radicale sarà avere Moon (altra figlia del rocker, nda) cantare “Valley girl” in scena con lui?». Come se non bastasse, lo show postumo prevede di mettere in piedi “Joe’s garage” con Zappa stesso nei panni del “central scrutinizer”, lo scrutatore centrale. Ma non tutta la famiglia sostiene la lucrosa novità. Dweezil Zappa, altro figlio che porta in giro per il mondo il “verbo” del papà con lo spettacolo “Zappa plays Zappa”, nel quale vengono riproposti dal vivo i successi del genitore, in un lungo post su Facebook ha fatto sapere di essersi dissociato dall’operazione.
Il vero Frank, che a Carnevale si divertiva con le groupie come in tutto il resto dell’anno e che sul palco era follia creativa, non ologramma computerizzato, avrebbe commentato con il titolo di un suo capolavoro del 68: “We’re only in it for the money”, lo facciamo solo per soldi.
Dietro l’operazione c’è la Eyellusion, che lo scorso anno portò in tour Ronnie James Dio, pseudonimo di Ronald James Padavona, icona dell’heavy metal (Black Sabbath e Rainbow) morto nel 2010 per un cancro allo stomaco.
POLITICI UBIQUI. Ma il fenomeno degli ologrammi sembra varcare i confini dell’entertainment. Pensiamo allo spot con cui in Italia abbiamo assistito alla metamorfosi in ologramma di Mina, il fantasma della musica nazionale. In Francia, invece, durante le ultime elezioni è stato infatti sperimentato anche un altro possibile utilizzo degli ologrammi. Jean-Luc Mélenchon, il candidato della sinistra radicale, si è conquistato l’ubiquità. Il 5 febbraio ha tenuto un comizio a Lione, mentre il suo ologramma tridimensionale veniva trasmesso su un palco nella periferia parigina. Esperimenti simili erano stati fatti da altri politici, come l’indiano Narendra Modi e il turco Recep Tayyip Erdogan. Con un utilizzo della tecnologia che è forse meno inquietante della risurrezione dei morti.