Stop ai corsi di italiano e alla formazione professionale. Niente più servizio mensa o lavanderia. Sono solo alcune delle conseguenze del taglio del costo dell’accoglienza dei migranti deciso dal Viminale. Da una media di 35 euro a persona, il costo giornaliero di un migrante scende a 19 euro per i centri più grandi e a 26 per le strutture più piccole. La filosofia del provvedimento che il vicepremier Matteo Salvini ha elevato a bandiera della Lega, a parte il risparmio della spesa a carico del contribuente, è quella di non utilizzare denaro pubblico per integrare nel tessuto sociale immigrati che non resteranno in Italia visto che la maggior parte dei richiedenti asilo non ottiene poi lo status di rifugiato.
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SERVIZI BASE GARANTITI. Il ministero degli Interni ha spiegato che non verranno toccati «i servizi tesi a garantire la dignità della persona, dall’assistenza sanitaria alla mediazione linguistico culturale passando per i kit di ingresso, i pocket money e le schede telefoniche, mentre sono stati tagliati i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, riservati ai soli titolari di protezione internazionale». I servizi saranno poi differenziati a seconda del tipo di struttura di accoglienza: via servizio mensa e lavanderia o servizi amministrativi a chi è ospitato in piccole strutture come gli appartamenti dove i migranti cucineranno da soli. E soltanto ai rifugiati verranno garantite lezioni di italiano e corsi di formazione professionale. La riduzione dei costi previsti è stata motivata dal calo dei migranti presenti nel sistema dell’accoglienza: sarebbero 144mila.
COME FUNZIONA IL TAGLIO. La revisione del piano delle spese prevede una distinzione in base alla grandezza dei centri. E include anche il sistema dell’accoglienza individuale in appartamenti, quella che arriva ad ospitare fino a 50 persone, e che rappresenta l’80% dei soggetti ad oggi inseriti nel sistema. Più è grande il centro, più i costi da mettere a base d’asta saranno contenuti: per le strutture fino a 1.800 persone sarà garantito un minino di 19 euro a migrante, mentre in quelle da 300 posti si arriva fino a un massimo di 26 euro. Per l’accoglienza individuale è prevista una spesa di 21 euro. Si continueranno invece a spendere 32 euro per i servizi nei Centri di permanenza per il rimpatrio. Con il decreto sicurezza cambia anche il tempo di permanenza nei Cpr che passa da 90 a 180 giorni. Gli hotspot pensati per brevi soggiorni potranno, invece, ospitare i migranti per un periodo di 30 giorni. Viene poi introdotta la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture della Polizia di Stato, in mancanza di posti nei Cpr, sebbene il decreto sicurezza non abbia ancora specificato le caratteristiche che questi luoghi dovranno avere.