Davvero si potrà andare legalmente a 150 km orari in autostrada? Non sarà così facile: occorrerà trovare un accordo politico nella maggioranza. La proposta è del presidente della commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli della Lega. «Il ragionamento — spiega Morelli al Corriere della Sera — è che gli strumenti di sicurezza stradale, attivi e passivi, hanno fatto tanti e tali passi avanti negli ultimi decenni per cui ha poco senso mantenere in vigore quei limiti oggi che i rischi sono connessi a comportamenti diversissimi. La modifica al codice della strada consentirebbe «di arrivare a 150 km all’ora sulle tratte autostradali di massima sicurezza, e cioè quelle coperte da tutor, con tre corsie per ciascun senso di marcia e asfalto drenante». I vantaggi secondo Morelli: «Traffico più scorrevole, tempi di percorrenza più rapidi e la libertà di muoversi, fatta salva la sicurezza, in maniera meno legata».
POSIZIONI DIVERSE. A prescindere dai dettagli, che devono ancora essere definiti prima che Morelli formalizzi la sua proposta, il primo nodo è politico e rischia di trasformarsi nell’ennesimo contrasto tra Lega e il Movimento Cinque Stelle. La Lega è storicamente favorevole all’innalzamento del limite a 150, i Cinquestelle ereditando una larga fetta dell’elettorato ecologista – che ha già deluso rimangiandosi la contrarietà ad alcune grandi opere – sono più frenati. Da sempre gli ecologisti puntano a diminuire le emissioni di CO2 e gas inquinanti, volendo addirittura abbassare il limite ai 120 km all’ora, di cui si discusse nel 2006, o ai 110 imposti nell’estate 1988 da Enrico Ferri, sopravvissuti l’autunno successivo solo per i weekend e sostituiti l’anno dopo con gli attuali 130 da Giorgio Santuz. A proposito della posizione del M5s Morelli ha detto che gli alleati di governo «sostengono che una cosa del genere si presterebbe a grandi strumentalizzazioni. In pratica, dicono, ogni incidente ci verrebbe messo in conto, a dispetto delle buone ragioni del provvedimento».
IL NO DI CODACONS. L’associazione che dal 1986 di occupa di difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori è nettamente contraria alla proposta della Lega, pronta a ricorrere n ogni sede contro qualsiasi provvedimento teso ad aumentare i limiti di velocità sulle strade italiane. «Si tratta di una proposta già lanciata nel 2001 dall’allora Ministro dei trasporti Lunardi e poi ritirata fuori nel 2009 Matteoli – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Una idea folle subito abbandonata perché avrebbe avuto ripercussioni pesantissime sulla sicurezza stradale, incrementando il numero di morti sulle strade». E a confermarlo sono gli ultimi rapporti ufficiali dell’Istat sull’incidentalità in Italia. «Nel 2017 si sono registrate 3.378 vittime sulle strade italiane, in aumento del +2,9% rispetto all’anno precedente, e il maggior numero di morti e incidenti si registra proprio sulle arterie a più elevata velocità, ossia le autostrade, che vedono una crescita delle vittime del +8% su base annua – prosegue Rienzi – Non solo: proprio l’eccesso di velocità è la principale causa di incidenti sulle autostrade, determinando il 14,6% dei sinistri, subito dopo la guida distratta».
COSA CAMBIEREBBE. In realtà, la legge prevede già la possibilità, per le tratte a massima sicurezza e sotto varie condizioni, di alzare il limite a 150 km orari. Ma le concessionarie autostradali fino a questo momento non si sono mai avvalse di tale possibilità. Rispetto all’articolo 142 del Codice della strada attualmente in vigore, cambierebbe molto: oggi i 150 sulle autostrade a tre corsie con tutor sono teorici perché rimessi alla volontà dell’ente proprietario se ci sono non meglio precisate condizioni favorevoli di traffico e incidentalità. Da quei tempi, osserva Morelli, le condizioni sono cambiate. In particolare, le dotazioni di sicurezza delle auto e dei mezzi pesanti. «Le automobili – spiega Morelli – oggi sono dotate di strumenti sofisticatissimi, dalla frenata assistita al cruise control adattivo, che un tempo neppure erano pensabili. Tutte ragioni in più per non proseguire con limiti che oggi possono essere inutilmente severi in quanto figli di una diversa stagione». Ma sono cambiate soprattutto le abitudini dei guidatori. Con i tutor molti si sono sì abituati a rispettare i limiti, ma nel frattempo sono arrivati gli smartphone a portare quella distrazione che secondo stime degli addetti ai lavori causerebbe ormai il 40% degli incidenti.