La manovra economica non cambia. La lettera inviata dal governo alla Commissione europea conferma il deficit programmatico del 2019 al 2,4%, con l’obiettivo di crescita all’1,5%. L’Italia accetta solo di ridurre il debito grazie a un piano di privatizzazioni del patrimonio immobiliare per un valore di 18 miliardi di euro. Dall’Austria all’Olanda, fino alla Germania, è un susseguirsi di dichiarazioni pubbliche contro la scelta del governo Lega-Cinquestelle di non modificare la legge di Bilancio. Tra le repliche più dure al governo italiano si registra la presa di posizione del vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis: «Questi piani italiani sono controproducenti per l’economia italiana stessa. Già ora la percentuale del debito pubblico è circa una volta e mezzo superiore a quello di un anno fa. Ciò è evidente anche nella disponibilità di finanziamenti e nel costo del credito per l’economia reale, che sta cominciando a influenzare gli investimenti».
LE REAZIONI DELL’EUROPA. «Contrariamente a quanto sostiene il mio collega non si tratta di un affare italiano interno, ma di un affare europeo», ha detto il ministro delle Finanze austriaco, Hartwig Loeger, ed ha avvertito che l’Austria insisterà per rafforzare il rispetto della disciplina fiscale ed è pronta a sostenere la procedura di deficit se l’Italia non scende a compromessi rispetto alle richieste della Commissione. Anche l’Olanda ha espresso parere negativo sulla manovra di Roma. «Poco sorprendente ma molto deludente che l’Italia non abbia rivisto il suo piano di bilancio. Le finanze pubbliche italiane sono sbilanciate ed i piani del governo non porteranno ad una robusta crescita economica. Questo budget è una violazione del Patto di stabilità e crescita. Sono profondamente preoccupato. Ora sta alla Commissione europea fare i passi successivi», ha detto il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra. Molto nette anche le dichiarazioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann: «Il governo italiano è legittimato ad aumentare la spesa pubblica, ma a condizione che non ne derivi un onere più elevato sul debito. È perfettamente che un nuovo governo stabilisca nuove priorità politiche ma nella misura in cui queste sono associate a spese aggiuntive, sarebbe consigliabile ridurre altre spese o aumentare le entrate».
LE NOVITÀ. A modificare la manovra potrebbe essere il nuovo capitolo di spesa inserito ieri dall’esecutivo. Sono gli interventi per far fronte al dissesto idrogeologico e al maltempo, valutati in 5 miliardi, e che il governo chiederà di scomputare dal disavanzo in quanto «eccezionali». Il deficit potrebbe così essere ridotto dal 2,4 al 2,2% del prodotto interno lordo, tornando in zona sicurezza. Nello stesso tempo il governo si impegna a rafforzare l’incasso delle privatizzazioni, comprese quelle immobiliari. La novità consiste nell’impegno preso dal governo di far scendere il rapporto debito-Pil al 126% nel 2021 grazie a un piano di privatizzazioni del patrimonio pubblico. «Tenuto conto di tali introiti – si legge nel documento – e del loro impatto anche in termini di minori emissioni di debito sul mercato, e quindi minori interessi, la discesa del rapporto debito-Pil sarebbe ancora più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno: 1,7 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,4 nel 2021. Il rapporto scenderebbe dal 131,2% del 2017 al 126% nel 2021». Nel testo inviato a Bruxelles il ministro dell’Economia Giovanni Tria annuncia anche che il governo investirà un miliardo nel 2019 per la messa in sicurezza e manutenzione di infrastrutture della rete stradale, viadotti, ponti e gallerie: «Gli interventi riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o precedenti del Ponte Morandi».
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VERSO LA BOCCIATURA. Non è affatto detto che la lettera inviata dall’Italia serva a tranquillizzare Bruxelles. «Se va bene all’Europa siamo contenti, sennò tiriamo dritti» ha sottolineato Salvini a margine del Consiglio dei ministri che, a tarda sera, ha formalizzato la risposta «di attacco e non di difesa» alle osservazioni dell’Ue. Nel frattempo, un portavoce di Bruxelles ha confermato che la Commissione pubblicherà le opinioni sulle leggi di bilancio dei Paesi membri il 21 novembre prossimo. Il rispetto della scadenza del 21 dipenderà dal contenuto delle lettere di chiarimento chieste a Italia, Francia, Slovenia, Spagna, Portogallo e Belgio. Nella lettera inviata a Roma la Commissione Ue aveva chiesto chiarimenti sui motivi alla base di una riduzione del debito pubblico inferiore rispetto a quella richiesta chiedendo di apportare modifiche significative alla proposta per il bilancio 2019. Le nuove informazioni che saranno fornite dall’Italia, hanno osservato fonti europee, saranno valutate attentamente anche alla luce delle previsioni economiche rese note da Bruxelles la scorsa settimana. Le stesse fonti hanno rilevato che finora non sono state avanzate, da parte italiana, obiezioni precise riguardanti le stime presentate, stime che sono state giudicate dal ministro Tria come una “defaillance tecnica” dei servizi della Commissione.