Luigi De Magistris sogna cento giorni da leone. «Se si vota l’anno prossimo bisogna mettere in campo un’alternativa politica ed in quel caso potrei esserci, con un fronte democratico nazionale, una coalizione civica nazionale». Così il sindaco di Napoli, ospite della trasmissione di Rai Radio 1 “Un giorno da pecora”, risponde alle domande di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Che premier sarebbe Luigi De Magistris? Potrebbe essere uno alla Conte? «Sarei come mi vedete, il contrario di questi qua. Le alternative più convincenti vengono dal basso: da chi amministra sui territori, da chi li difende con associazioni, comitati e reti civiche, persone che hanno dimostrato in modo credibile di non tradire i valori costituzionali. Mettendo insieme queste alternative dal basso si può governare».
L’ANTI-SALVINI. Il sindaco di Napoli, che guarda con interesse alla Regione e valuta la possibilità di fare una lista per le europee promettendo comunque di non lasciare Napoli, si pone come unica alternativa possibile a Salvini e ai Cinque Stelle alla guida del Paese. Si definisce, addirittura, l’anti Salvini. «Si, perché lui costruisce il suo consenso sul rancore e l’odio verso gli altri mentre bisogna lavorare sulla coesione, la solidarietà e l’amore, non l’odio», ha spiegato De Magistris. E il leader della Lega, che in questi giorni chiede più inceneritori in Campania per risolvere le difficoltà legate allo smaltimento dei rifiuti, parla di emergenza. «L’emergenza mondiale semmai è lui. Salvini ha detto che in Campania ci vuole un termovalorizzatore per ogni provincia? Li facesse a casa sua, sono assolutamente contrario. Ne abbiamo uno, ad Acerra, non ne servono altri, semmai serve il rafforzamento dell’impiantistica alternativa a cominciare dal compostaggio».
L’UOMO DALLE MILLE AMBIZIONI. Per diventare premier dovrà ancora aspettare. Le politiche dovrebbero tenersi nel 2023 ma De Magistris crede che si andrà al voto anticipato. «Se si va a votare alle politiche dopo le europee – afferma il sindaco di Napoli – bisogna mettere in campo un’alternativa politica a quest’onda nera che avanza. Se si va a votare l’anno prossimo e noi dal primo dicembre in poi riusciamo a far crescere un fronte popolare democratico credo che ci saremo». Ma nel frattempo pensa alle regionali: «Si voterà nel 2020 pochi mesi prima della fine del mio mandato. Un po’ ci sto pensando». Per le europee, al momento, scarta l’ipotesi di una sua candidatura: «Io ho il mandato da sindaco fino al 2021, è molto difficile che possa candidarmi. Stiamo valutando la possibilità di fare una lista per le europee, in quel caso potrei candidarmi e poi lasciare il posto. Ma in questo momento è più no che sì».