Due anni e mezzo dopo il referendum, e dopo diciotto mesi di intensi negoziati, i capi di governo e di stato europei, radunati a Bruxelles per un Consiglio Europeo straordinario, hanno approvato la bozza di accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. I 27 leader europei hanno votato due documenti. Il primo sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, che definisce questioni come i diritti dei 3 milioni e mezzo di cittadini Ue residenti in questo paese, i 39 miliardi di sterline che Londra dovrà pagare a Bruxelles prima di andarsene e i rapporti fra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda. E il secondo sul futuro delle relazioni economiche, commerciali, militari e d’ogni altro tipo fra Regno Unito e Ue. Non ci sono state sorprese: la bozza di accordo è stata approvata all’unanimità. L’ultimo ostacolo era rimasto il “dossier Gibilterra”, suerato da un compromesso raggiunto fra Spagna, Regno Unito e Unione Europea.
EU27 has endorsed the Withdrawal Agreement and Political Declaration on the future EU-UK relations.
— Charles Michel (@eucopresident) November 25, 2018
I 27 leader Ue hanno adottato il testo di conclusioni del vertice sulla Brexit, in cui si invitano «Commissione, Parlamento europeo e Consiglio, a fare i passi necessari per garantire che l’accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da assicurare un recesso ordinato del Regno Unito». Sia la prima ministra britannica Theresa May sia il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, parlando al termine dell’incontro hanno definito l’accordo «il migliore accordo possibile, nonché l’unico possibile».In una “lettera alla Nazione” la premier britannica Theresa May chiede il sostegno del suo popolo al suo accordo con l’Unione europea sulla Brexit, affermando che si tratta di un’intesa che permetterà al Regno Unito un «più luminoso futuro», come riferisce la Bbc. Dopo il vertice di Bruxelles inizia la partita più dura per Theresa May: far approvare l’accordo a Westminster, tra ribelli euroscettici e laburisti pronti a far cadere il governo.