Il Pd fissa per il 3 marzo prossimo le primarie per il voto nei gazebo. Finalmente una data c’è, anche se la parola definitiva tocca alla direzione. Il nuovo segretario sarà, quindi, eletto a meno di tre mesi dalle elezioni europee del 26 maggio. I sondaggi, per il momento, danno in netto vantaggio il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, seguito dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. Matteo Richetti lascia la corsa e offre il suo sostegno al segretario uscente Maurizio Martina. Con l’annuncio dell’ultima candidatura di Maria Saladino, fondatrice dell’associazione “Piazza dem” e prima donna in corsa, sono sette gli aspiranti alla segreteria del Pd. Gli altri in campo sono Francesco Boccia, Cesare Damiano e Dario Corallo.
RICHETTI RINUNCIA. Dopo aver girato l’Italia con il suo Harambee, il cofondatore della Leopolda ha deciso di accettare l’invito arrivato da più parti a fare squadra con il segretario uscente Maurizio Martina. «Servono gesti concreti che rendano credibili le parole. Piazza del Popolo me la ricordo. Molti mi chiedevano di candidarmi, ma tutti ancora di più ci chiedevano unità. I nostri militanti li ho incontrati. Molti mi chiedevano di restare in campo, ma tutti ci chiedevano di non essere solo la somma di individualità», ha scritto su Facebook Matteo Richetti. Si tratta di «un gesto di responsabilità, un sacrificio personale per andare oltre ogni tifoseria, pro e anti». «Bisogna unire le forze. Per me è difficile. Non potete capire quanto – ammette – Ma metto via ogni forma di ambizione per questo». Maurizio Martina e Matteo Richetti, dunque, correranno insieme per la segreteria del Pd. Richetti promette «lealtà e sostegno» e chiede in cambio «radicalità e coraggio». Martina accetta, ringrazia e si dice pronto. «Siamo somma, non divisione – rilancia – È la dimostrazione che si possono rompere gli schemi per lavorare insieme. Oltre i tatticismi, i veti, le correnti, le convenienze».
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CHI SONO I CANDIDATI. Secondo gli ultimi sondaggi Demopolis la partita per la Segreteria dem vedrebbe il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, con un consenso tra il 39 ed il 33%, in vantaggio di circa 3 punti su Minniti, attestato tra il 36 e il 30%. Gli altri candidati, Boccia, Corallo e Damiano sono tutti sotto la soglia del 10%. Il favorito è, dunque, Nicola Zingaretti, il primo ad annunciare la sua candidatura. Governatore del Lazio per due mandati, 52 anni, può vantare la maggiore esperienza in campo amministrativo dopo essere stato anche presidente della provincia di Roma. Marco Minniti, secondo nei sondaggi, muove i primi passi in politica nel Pci per poi approdare nei Democratici di Sinistra. Reggino classe 1956, è stato ministro dell’interno nel governo Gentiloni, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con D’Alema, Letta e Renzi, sottosegretario alla difesa con Amato, vice ministro dell’Interno con Prodi. Cesare Damiano è l’esponente più di sinistra tra i candidati alla segreteria del Partito Democratico. Ex DS ed ex ministro del Lavoro nel secondo governo Prodi, ha 70 anni ed è stato a lungo dirigente sindacale della Fiom e della Cgil. Francesco Boccia, pugliese, 50 anni deputato dal 2008, si candida a “coprire” l’area di quelli che nel Pd non vedono i Cinquestelle come il male assoluto: «Con M5S non è uno scandalo dialogare su alcune misure». Diego Corallo, romano, 30 anni, iscritto ai Giovani Democratici, si presenta come il “rottamattore 2.0”. Maurizio Martina, quarantenne bergamasco, ha avuto il compito di traghettare il Partito Democratico dopo le dimissioni da segretario di Matteo Renzi. Perito agrario è stato Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nei Governi Renzi e Gentiloni. E l’ultima a presentare la sua candidatura a segretario del Pd è Maria Saladino, iscritta al Partito Democratico dal 2014, già candidata alle ultime Elezioni Europee nel Collegio Italia Meridionale.