Sono partite le prove di disgelo tra Stati Uniti e Cina. Donald Trump concede a Xi Jinping una tregua sui dazi. Non scatterà a gennaio il rincaro delle tasse doganali americane dal 10% al 25%, che doveva colpire 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Una misura che, spiegano dalla Casa Bianca, non è definitiva ma semplicemente sospesa per i prossimi 90 giorni. Se in questo periodo i due Paesi non dovessero arrivare ad un «cambiamento strutturale» dei loro rapporti commerciali i dazi saranno aumentati. In cambio la Cina si è impegnata ad acquistare una quantità, che la Casa Bianca ha definito «molto consistente», di prodotti agricoli, energia e beni industriali dagli Usa. L’accordo è arrivato a margine dei lavori del G20 a Buenos Aires.
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Il cammino da fare è sostanziale se si vuole evitare che la tregua sia solo temporanea. Da parte americana le richieste sono tante. Trump vuole ottenere un riequilibrio dei rapporti commerciali, che attualmente vedono un attivo cinese di oltre 270 miliardi di dollari all’anno. Nella versione della Casa Bianca gli impegni cinesi cominciano dall’agricoltura: la Cina è d’accordo per acquistare una quantità non ancora concordata di prodotti agricoli, energetici e industriali per ridurre lo squilibrio commerciale tra i due paesi. Gli acquisti di prodotti agricoli cominceranno immediatamente. L’obiettivo dunque è di far partire subito negoziati, non solo sul commercio ma anche su altre tematiche che da sempre dividono Washington e Pechino, dalla protezione del diritto di proprietà intellettuale ai cyber-furti. «Il presidente Trump e il presidente Xi – recita il comunicato della portavoce della Casa Bianca, Sara Sanders – sono d’accordo per iniziare subito delle trattative su modifiche strutturali riguardo ai trasferimenti forzosi di tecnologia, alla protezione della proprietà intellettuale, alle barriere non tariffarie, ai cyber-furti”. A margine anche l’annuncio di Trump di un incontro tra gennaio e febbraio prossimi con il presidente nordcoreano Kim Jong Un.