Dopo settimane di violente manifestazioni in tutta la Francia, il primo ministro Edouard Philippe annuncia una moratoria sull’aumento della tassa dei carburanti che sarebbe dovuta scattare dal primo gennaio, e che è all’origine della protesta dei gilet gialli. In questo modo il governo spera di superare una crisi che dura dal 17 novembre, quando quasi 300 mila persone hanno organizzato posti di blocco su tutte le strade, da nord a sud del Paese. Da allora il numero di manifestanti è diminuito – lo scorso week end erano 136 mila – ma la protesta è sfociata in una guerriglia urbana, soprattutto a Parigi, con auto incendiate, negozi saccheggiati, decine di feriti e centinaia di arresti.
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MOSSA DISTENSIVA. «Bisognerebbe essere sordi o ciechi per non vedere o sentir la collera dei francesi, ne misuro la forza e la gravità. Nessuna tassa merita di mettere in pericolo l’unità della nazione», ha detto il premier Philippe, aggiungendo che oltre alla moratoria sulle accise del carburante, le «tariffe di elettricità e gas non aumenteranno questo inverno». Saranno anche sospesi i controlli più stringenti sulle emissioni delle auto che dovevano entrare in vigore da gennaio.
STOP AGLI AUMENTI. La moratoria è stata decisa nel corso di una riunione d’urgenza che si è tenuta all’Eliseo con il presidente Macron, il premier Philippe e una decina di ministri tra i quali François de Rugy (Transizione ecologica) e Bruno Le Maire (Economia). Philippe ha incontrato anche i leader dei partiti politici, che avevano tutti chiesto al governo una sospensione dell’aumento dei carburanti come mossa distensiva nei confronti del movimento dei gilet gialli, ma la riunione con gli stessi gilet gialli è stata annullata per “motivi di sicurezza” dopo che alcuni di loro, come Jacline Mouraud, hanno denunciato di aver ricevuto minacce dalle frange più oltranziste contrarie a qualsiasi dialogo con il governo. Una nuova mobilitazione, la quarta, è prevista per sabato prossimo a Parigi e nel resto della Francia.