Restano due giorni prima della chiusura delle candidature per il Congresso Pd, il 12 dicembre. I renziani, orfani della figura di Minniti, sono in fibrillazione. «Qualsiasi divisione del nostro campo in questo momento sarebbe un errore. Dentro al Congresso del Partito democratico ognuno giochi il suo ruolo. Dobbiamo guardare avanti» ha detto l’ex segretario Maurizio Martina rispondendo alle voci che ipotizzavano la volontà di Matteo Renzi di creare un soggetto politico. Nel suo intervento a “Mezz’ora in Più” di Lucia Annunziata, Martina ha ricordato che l’ex premier ha negato una eventuale ricandidatura alla segreteria dem e ha precisato: «Considererei un errore qualsiasi divisione del nostro campo di fronte a questa destra. Credo Renzi debba dare ancora il suo contributo a questa sfida. Come tutti: è troppo importante questa partita».
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Ma resta aperta l’ipotesi di un nuovo partito di Matteo Renzi. «Per ora il tema non si pone. A gennaio vedremo», ha detto l’ex premier Matteo Renzi mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una scissione nei gruppi parlamentari. Una settantina di deputati del Pd, secondo il Corriere della Sera, sarebbero pronti a seguirlo. Ad ogni modo, il sindaco di Firenze, il fedelissimo Dario Nardella si è tirato fuori: «Se Matteo va via, io resto nel Pd». Dello stesso avviso l’ex ministro Luca Lotti. Nemmeno Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, l’europarlamentare Simona Bonafè e Pier Carlo Padoan avrebbero intenzione di seguire Renzi nel nuovo progetto politico che dovrebbe nascere in vista delle Europee.