Avevano ripetuto più volte che il rapporto deficit/Pil non sarebbe sceso al di sotto del 2,4%. Promessa non mantenuta dal premier Conte e compagni ma per una giusta causa: «evitare la procedura d’infrazione e abbassare lo spread» come spiega il vicepremier Di Maio su Facebook. Ed è proprio l’andamento dello spread a beneficiare della proposta che conte Conte ha messo sul tavolo dell’Unione Europea proponendo di abbassare il deficit dal 2,4% al 2,04%. In quel taglio di 0,36 punti percentuali ci sono sei miliardi e mezzo da sottrarre al budget complessivo della manovra per il 2019 che così scenderebbe a poco meno di 30 miliardi.
Il governo non ha ancora comunicato ufficialmente come troverà queste risorse, ma circolano varie ipotesi e indiscrezioni. Secondo Repubblica, il governo intende recuperare 2,9 miliardi dalla revisione della spesa e da nuove entrate come le famose dismissioni di immobili pubblici. Nella nota di aggiornamento al Def, la Nadef, e nel piano di riduzione del debito proposto nel programma di bilancio rivisto e trasmesso a Bruxelles è chiarito che per il 2019 il governo prevede ricavi dalle dismissioni di patrimonio immobiliare per 640 milioni. I 2,9 miliardi dovrebbero inglobare i 640 milioni, ma il quadro non è ancora chiaro.
Il capo del governo ha assicurato che le due misure chiave della legge di Bilancio, reddito di cittadinanza e quota 100 pensioni, restano invariate. La trattativa sulla manovra «va avanti, cambiano i decimali ma non cambia la sostanza, le misure fondamentali restano tutte» scrive su Facebook il vicepremier Di Maio, confermando: «il blocco dell’aumento Iva che avrebbe frenato i consumi e che da sola ci costa 12 miliardi; l’aumento delle pensioni minime e di invalidità; lo smantellamento della riforma Fornero con quota 100; e ovviamente il reddito di cittadinanza mantenendo invariata la platea e la somma erogata che resta 780 euro». Come scrive Il sole 24 ore negli emendamenti alla manovra che saranno presentati nel passaggio a Palazzo Madama, ci sarà lo snellimento, pari a 3,6 miliardi, del maxi fondo da 16 miliardi destinato a coprire reddito di cittadinanza e quota 100. Numeri alla mano, due miliardi di risparmi per il 2019 arriveranno dalla dote destinata al superamento della legge Fornero; il resto, cioè 1,6 miliardi, da quella per il sostegno al reddito delle fasce più povere.
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Questo taglio dovrebbe essere ottenuto spostando più avanti il momento in cui queste due misure entreranno in vigore e riducendo il numero di persone che avranno diritto ad accedervi. Ad esempio, si parla di far scattare quota 100 per i dipendenti pubblici soltanto a partire da ottobre 2019 (invece che dal primo gennaio), mentre pare che il reddito di cittadinanza avrà forti limitazioni per chi ha una casa di proprietà, e denaro sul conto in banca. Al momento, comunque, non ci sono informazioni certe ma solo indiscrezioni. Si aspetta che i dettagli su reddito di cittadinanza e quota 100 vengano specificati nella manovra, o in un allegato.