Alla fine il via libera definitivo al ddl anticorruzione è arrivato. La Camera ha approvato definitivamente il testo con 304 voti a favore, 106 contrari e 19 astenuti, con Forza Italia che ha deciso di abbandonare l’aula al momento del voto e le forti critiche del Pd. Dopo l’incidente dell’emendamento “salva peculato” votato da Fi e pezzi della Lega e poi eliminato al Senato, la maggioranza ha trovato l’intesa. «Aspettavamo questa legge dai tempi di Mani pulite», ha commentato su Facebook il vicepremier M5s Luigi Di Maio. Ha esultato anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Questa è una legge molto importante, il mio primo pensiero va ai giovani italiani e al loro futuro. È una giornata storica, la dedichiamo agli italiani che si spaccano la schiena lavorando onestamente».
Quella sull’Anticorruzione, è uno dei provvedimenti simbolo del Movimento 5 stelle. Annunciato in campagna elettorale, con l’approvazione diventa probabilmente la riforma più importante approvata finora dall’esecutivo. È stata fortemente voluta dal guardasigilli Bonafede, che poi aveva deciso di includere nel ddl anche la nuova legge sulla prescrizione, in precedenza accantonata. Una decisione che aveva fatto nascere frizioni con l’alleato della Lega. Alla fine si è deciso di rinviare l’entrata in vigore di questa parte della riforma al 2020 per fare in modo di varare prima la riforma del processo penale.
Un altro nodo che ha diviso la maggioranza era rappresentato dalla soglia minima di trasparenza sui finanziamenti ai partiti: il Carroccio avrebbe voluto fissarla a duemila euro, il M5s aveva stabilito un tetto di 500 euro. Alla fine è passata quest’ultima proposta: chi donerà più di 500 euro a un partito o movimento dovrà acconsentire alla pubblicazione del suo nome online. L’ultimo stop all’iter di approvazione dello “spazzacorrotti” ha rischiato di compromettere l’alleanza tra Lega e M5s: è accaduto con il voto segreto che a Montecitorio aveva fatto passare l’emendamento “salva peculato”. Una norma praticamente identica a una proposta depositata nei giorni precedenti dalla Lega, che era poi stata cancellata a Palazzo Madama. Adesso dopo la fiducia al Senato, lo “spazzacorrotti” passa alla Camera.