Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato la fine della legge marziale che era stata imposta un mese fa in diverse zone del paese, dopo il sequestro di tre navi della marina militare ucraina da parte della Russia nello stretto di Kerč’, che separa il Mar d’Azov dal Mar Nero. La misura era rimasta in vigore per trenta giorni nelle regioni ucraine affacciate sul Mar Nero e al confine con la Russia, la Bielorussia e la Moldavia.
LEGGI ANCHE: Alta tensione tra Russia e Ucraina: Kiev impone la legge marziale
«La legge marziale è terminata. È la mia decisione ed è basata sull’analisi di tutti gli elementi della situazione attuale della sicurezza all’interno del Paese, e nonostante che la situazione attorno l’Ucraina non sia cambiata molto», ha dichiarato Poroshenko durante la seduta del Consiglio della sicurezza nazionale e della difesa. Il presidente ucraino era stato accusato di usare la crisi per guadagnare consensi in vista delle elezioni presidenziali previste per il marzo 2019. «Difenderemo la democrazia. E garantiamo che le elezioni del presidente avranno luogo proprio il 31 marzo 2019».
Tutto era cominciato il 25 novembre con lo scontro navale avvenuto nello stretto di Kerč’: due navi militari ucraine e un rimorchiatore, provenienti dal mar Nero, stavano navigando attraverso lo Stretto con l’intenzione di raggiungere il mare di Azov quando, secondo le accuse di Kiev, la Russia avrebbe speronato una delle sue navi e poi aperto il fuoco ferendo alcuni marinai. La risposta di Kiev è stata l’introduzione della legge marziale, che dà poteri straordinari all’esercito anche nella gestione delle faccende civili, per trenta giorni nelle regioni al confine con la Russia e nell’area del Mar Nero.