Fine anno, tempo di bilanci. Indubbiamente il 2018 in Italia ha segnato una netta cesura con il passato. È stato un anno di forti cambiamenti, di discontinuità, di inedite alleanze, di nuovi e rinnovati protagonisti. Non per niente si è parlato di nascita della Terza Repubblica. Il 4 marzo ha stravolto il quadro politico italiano: alla Camera M5S ha ottenuto il 32,6% e la Lega il 17,4%. Hanno vinto il Movimento creatura della coppia Grillo-Casaleggio e la Lega di Salvini ormai lontanissima da quella nordista di Umberto Bossi. Un impeccabile Caronte, nella persona del presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, ha traghettato l’Italia nuova fase politica basata su un “contratto di governo” e guidata da Giuseppe Conte.
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In tutto il mondo le elezioni italiane sono state viste come l’affermarsi del cosiddetto populismo e sovranismo. Nuove idee e slogan hanno preso piede: «Prima gli italiani», chiusura dei porti contro l’immigrazione, lotta all’élite, alla finanza internazionale e all’Unione europea. Un Paese sovrano che ha cominciato a fare la voce grossa in Europa nella trattativa sulla Legge di Bilancio per poi aprire ad un dialogo conciliante con i tecnocrati di Bruxelles. Steve Bannon, colui che ha reso possibile la vittoria di Donald Trump negli Usa, ha definito l’Italia «il più grande laboratorio politico del mondo» per quanto riguarda il sovranismo e le prossime elezioni europee potrebbero sancirlo in maniera ineluttabile.
L’altro fatto rilevante dell’anno politico 2018 è sconfitta e la decadenza del Partito democratico. Il Pd sconta la caduta di Matteo Renzi e del suo modo di fare politica e sconta soprattutto un totale scollamento con il suo elettorato. Il nuovo congresso dem dovrebbe dare nuova identità e nuova linfa al partito, dopo le divisioni e dispute interne. La vittoria gialloverde ha prodotto un altro fatto rilevante, il ridimensionamento di Forza Italia e del suo storico leader Silvio Berlusconi. Infatti, se è vero che a livello regionale Lega e Forza Italia ancora governano in regioni chiave come la Lombardia e il Veneto è anche vero che a livello nazionale Fi, così come l’altro alleato del centro destra Fratelli d’Italia, è stata fagocitata dalla Lega.