Non basta andare in chiesa per essere dei buoni cristiani. A dirlo, senza mezzi termini, è Papa Francesco alla prima udienza generale del nuovo anno nell’Aula Paolo VI in Vaticano. «Le persone che vanno in chiesa, stanno lì tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri e parlando male della gente sono uno scandalo: meglio vivere come un ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani». Le espressioni forti di papa Francesco hanno suscitato un audace paragone tra “cristiani ipocriti” e “atei”. In realtà, il Papa ha insistito soprattutto sull’incoerenza di quanti «vanno in chiesa e poi vivono odiando gli altri».
Rifacendosi al “Discorso della montagna”, il Santo padre ha ricordato che Gesù volge il suo sguardo proprio verso quelle persone che solitamente restano ai margini della società, come i poveri, i misericordiosi e gli umili. E qui si avverte, per il Papa, la portata rivoluzionaria delle parole di Gesù, che capovolge i valori della Storia: «Tutte le persone capaci di amore, gli operatori di pace che fino ad allora erano finiti ai margini della storia, sono invece i costruttori del Regno di Dio. È come se Gesù dicesse: avanti voi che portate nel cuore il mistero di un Dio che ha rivelato la sua onnipotenza nell’amore e nel perdono».
Nessuna morale astrusa, troppo difficile da applicare alla realtà umana: «Il cristiano non è uno che si impegna a essere più buono degli altri, sa di essere peccatore come tutti. Ma è l’uomo che sosta davanti alla rivelazione di un Dio che non porta l’enigma di un nome impronunciabile, ma chiede ai suoi figli di chiamarlo Padre, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie». Del resto, come ricorda il Santo padre, lo stesso Gesù prende le distanze dagli ipocriti e dai pagani: «C’è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio: lo fanno per essere ammirati dagli uomini. La preghiera cristiana, invece, non ha altro testimone credibile che la propria coscienza». E ancora: «I pagani pensano che parlando, parlando, parlando, si prega. Anche io penso a tanti cristiani che credono che pregare sia parlare a Dio come a un pappagallo, no! Pregare si fa dal cuore, da dentro».