Chi pensava ad un movimento in calo deve ricredersi: nel 2019 la protesta dei gilet gialli, giunta al suo ottavo fine settimana di mobilitazione, torna con 25 mila manifestanti in tutta la Francia e ancora maggiore violenza a Parigi. Scontri e aggressioni sul ponte “Leopold Sedar Senghor” e davanti al Museo D’Orsay, culminati con l’assalto al ministero per i Rapporti con il Parlamento. Un gruppo di 15 manifestanti, alcuni con indosso i gilet gialli, ha sfondato con una scavatrice la porta della sede di Benjamin Griveaux, portavoce del governo. Griveaux e alcuni suoi collaboratori sono poi stati evacuati dalle forze di sicurezza.
Una bandiera europea è stata data alle fiamme al grido di «Macron dimettiti», mentre i manifestanti sfilavano lungo boulevard Saint Germain. Dati alle fiamme un ristorante su una chiatta, alcune auto e moto e diverse barricate. Manifestazioni e scontri anche a Rennes, Rouen, Nantes, Tolosa e Lione dove è stata bloccata l’autostrada A7. «Ancora una volta una violenza estrema ha attaccato la Repubblica, i suoi guardiani, i suoi rappresentanti e i suoi simboli», ha commentato il presidente Macron. «Coloro che commettono queste azioni dimenticano il cuore del nostro patto civile. Sarà fatta giustizia», ha aggiunto ricordando l’importanza del dialogo.
Une fois encore, une extrême violence est venue attaquer la République – ses gardiens, ses représentants, ses symboles. Ceux qui commettent ces actes oublient le cœur de notre pacte civique. Justice sera faite. Chacun doit se ressaisir pour faire advenir le débat et le dialogue.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) January 5, 2019
«Sono poco più di una persona per comune francese – minimizza il ministro dell’Interno, Christophe Castaner -, è chiaro che questo movimento non rappresenta la Francia». Sabato scorso i dimostranti furono 32mila, mentre alla protesta iniziale del 17 novembre se ne contarono ben 282mila. Se la percentuale di sostegno nella popolazione è scesa da 7 su 10 a circa un cittadino su 2, la determinazione dei manifestanti è aumentata: incuranti del freddo e degli scontri con la polizia, assolutamente insensibili alle concessioni del governo, che ha ritirato gli aumenti di imposta contestati ed ha annunciato per metà gennaio l’avvio di un dibattito nazionale sulle richieste del movimento, i gilet gialli non si fermano. E quella che inizialmente è cominciata come una contestazione per il ritiro delle tasse sul carburante è diventata una lotta contro la politica di Macron.
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