I giudici della Corte d’appello di Torino hanno accolto in parte il ricorso riconoscendo a cinque ex rider Foodora la parità economica rispetto ai lavoratori subordinati del settore della logistica, con tredicesima, ferie e malattie pagate. Un colpo di scena al processo per i cinque ex fattorini, che erano stati allontanati dall’azienda di food delivery dopo le proteste di piazza per le questioni relative alla paga oraria. In primo grado, lo scorso giugno, le istanze erano state integralmente respinte.
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In primo grado il tribunale aveva invece stabilito che i cinque erano lavoratori autonomi e aveva quindi respinto tutte le loro richieste. I giudici della Corte d’appello hanno respinto la richiesta di reintegro nel posto di lavoro, ma hanno riconosciuto ai cinque rider il diritto a una retribuzione equivalente a quella del quinto livello del contratto della logistica. La Corte d’Appello, in particolare, ha sancito il diritto dei ricorrenti a vedersi corrispondere, in relazione al periodo in cui collaborarono con Foodora, somme di denaro calcolate «sulla base della retribuzione diretta, indiretta e differita stabilita per i dipendenti del quinto livello del contratto collettivo logistica trasporto merci», deducendo quanto già percepito all’epoca. È stata respinta invece la richiesta di riconoscere la sussistenza del licenziamento discriminatorio. Dalla Corte, poi, è arrivato anche un «no» in relazione alla richiesta di risarcimento per presunte violazioni della privacy che sarebbero state commesse attraverso la app dello smartphone con cui venivano assegnati di volta in volta gli incarichi.