L’ambasciatrice italiana in Francia, Teresa Castaldo, è stata convocata al Ministero degli Affari esteri francesi a seguito degli attacchi fatti dal vicepremier M5s Luigi Di Maio al governo Macron sulla “moneta coloniale”. Di fatto al centro della querelle ci sono le numerose dichiarazioni di questi giorni dove il capo politico dei Cinquestelle non perde occasione di accusare la Francia di «impoverire l’Africa» aggravando la crisi migratoria: «D’ora in poi quelli che vogliono sbarcare glieli portiamo a Marsiglia, chiederò a Ue sanzioni contro quei paesi che colonizzano l’Africa. La Francia stampa il franco delle colonie con cui si fa finanziare parte del suo debito, per far stare gli africani in Africa basta che i francesi se ne stiano a casa loro», ha detto in una intervista rilasciata a Rtl 102.5.
Parole forti che di fatto hanno innescato l’incidente diplomatico. Durante la sua tappa del tour elettorale ad Avezzano il ministro dello Sviluppo economico aveva attaccato già la Francia indicandola tra i principali responsabili dell’onda migratoria verso l’Europa: «Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee, sia tutte le istituzioni diplomatiche sovranazionali, a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale».
Posizione ribadita anche da Alessandro di Battista a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio: «Finché non avremo risolto la questione del franco CFA, la gente continuerà a scappare dall’Africa». «Attualmente – spiega l’esponente M5s – la Francia, nei pressi di Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, quasi tutti paesi della zona subsahariana, i quali per mantenere il tasso fisso, prima con il Franco francese e oggi con l’Euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese. Conto corrente con il quale viene finanziata una piccola parte del debito pubblico francese, ovvero circa lo 0,5%. Ma soprattutto la Francia – continua Di Battista – attraverso il controllo geopolitico di quell’area, dove vivono 200 milioni persone che utilizzano banconote e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di interi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, la loro sovranità monetaria, fiscale, valutaria e la possibilità di fare politiche espansive. Fino a quando non si strapperà questa banconota, che in realtà è una mancetta nei confronti dei popoli africani, noi potremo continuare a parlare a lungo di porti aperti o porti chiusi, ma le persone continueranno a scappare, a morire in mare, a cercare altre rotte e a provare a venire in Europa».