È un dramma che sembra non aver fine quello che si sta vivendo negli ultimi giorni nelle acque libiche dove i trafficanti, nonostante il meteo inclemente e le temperature rigide, hanno ripreso a far partire barconi. Mentre ancora non si spegne l’eco delle polemiche relative alla morte dei 117 migranti, scomparsi nelle acque del Mediterraneo davanti alle coste libiche, un altro barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato da Alarm Phone, il call center di volontari che raccoglie le chiamate di soccorso dei migranti, a 60 miglia al largo delle coste libiche.
10am this morning, we were alerted by 100 people on a boat crossing the Mediterranean. At 11 we received the first position. They are 60NM offshore Misrata (#Libya) but the situation is calm and they asked us to standby as they are currently underway using an engine.
— @alarmphone (@alarm_phone) January 20, 2019
Ore di angoscia che sono terminate con l’invio dei soccorsi: un mercantile, dirottato sul posto dalla guardia costiera libica, ha raggiunto la carretta e salvato i migranti. Terminate le operazioni di trasbordo, il cargo Lady Sharm, battente bandiera della Sierra Leone, ha fatto ritorno in Libia, da dove il barcone era partito. «Verranno portati in salvo a Misurata», ha fatto sapere Palazzo Chigi, che aveva sollecitato la guardia costiera libica per il soccorso. Anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha assicurato: «Tutto si svolge secondo le convenzioni internazionali. Seguo con attenzione, nella speranza che l’operazione si concluda senza problemi».
Nei giorni scorsi ci sono stati 170 morti in due naufragi: uno è avvenuto nel mare di Alboran (53 morti) tra la Spagna e il Marocco, l’altro a largo della Libia dove sarebbero decedute 117 migranti. Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini conferma la linea dura: «Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga – si legge su Twitter – e delle Ong che non rispettano regole e ordini». Secondo Salvini le operazioni delle navi delle Ong al largo della Libia aumenterebbero le partenze di barconi e gommoni dal Nord Africa, e di conseguenza il numero di morti, perché garantirebbero una sorta di garanzia sulla possibilità di essere soccorsi durante il loro viaggio. «Intanto bisogna salvare le vite. È inutile girare attorno alle questioni quando ci sono emergenze come quelle che stanno purtroppo accadendo in questi giorni. Come prima cosa bisogna salvare vite, non armare una propaganda contro le ong come fatto da Salvini», ha chiarito il segretario uscente del Partito Democratico Maurizio Martina, commentando le recenti morti in mare. E ancora: «Poi, dopo aver salvato le vite, si fanno azioni serie e non propagandistiche per gestire l’emergenza, ma ancora in queste ore al governo sono più preoccupati di fare un tweet o un post invece che guardare in faccia la realtà. Se vogliamo restare umani salvare le persone è la questione numero uno».